Manca un mese a Natale. C’è una tazza di caffè bollente sul tavolino di fronte a me e in sottofondo vengono diffuse le musichette di rito. Accovacciato nel soffice divanetto del caffè, col grosso libro in mano e i venticinque gradi dell’ambiente, ci potrei restare per ore.
Eppure in questa circostanza le note di White Christmas e Silent night sembrano quasi la colonna sonora di un film comico, se non demenziale. Non perché si tratta di cover jazz o gospel dei pezzi classici, ma semplicemente perché il locale è una riproduzione di un caffè viennese piazzata nel centro di Bangkok. E l’atmosfera dell’ambiente è controllata per mezzo di un efficiente sistema di condizionatori. Non certo dal caminetto finto, illuminato dal rosso dei tizzoni elettrici.
La prima volta che ho trascorso un Natale “fuori stagione” è stata una decina di anni fa. In Argentina, un paese in cui a volte può fare molto freddo. Ma in luglio magari, non certo a dicembre.
Buenos Aires è una città in cui la gente, tornando con la pelle scottata da una giornata di sole in piscina o al parco, passa di fianco a poveracci sottoposti a saune forzate all’interno di pesanti costumi da Babbo Natale e barbe in fibre sintetiche. Costretti a suonare campanacci all’entrata di negozi dalle vetrine decorate con neve spray e disegni di alberelli, renne, candele e comete.
A distanza di dieci anni il Natale ai tropici non mi stupisce più, ma il suo effetto comico non è svanito.
E mi scappa ancora da ridere quando in un ristorante di Kuala Lumpur, ad un tiro di schioppo dall’equatore, osservo una decina di pacchetti finti ai piedi di un alberello in plastica con le decorazioni e le lucine. Mi trattengo fino a quando un gruppetto di turisti svedesi (svedesi!) posa per le foto accanto all’angolino alpino mentre all’esterno, dietro alla vetrina alle loro spalle, una ragazza con la pelle scura, in minigonna e top attillato, accavalla le belle gambe scoperte, mentre si gode lo sbuffo del vapore fresco che il ventilatore le soffia addosso.
Fingo di tossire mentre mi copro la bocca per nascondere la risata.
Passate un buon Natale. E se siete da queste parti...scopritevi bene.
Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
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1 commento:
ciao! che meraviglia le tue foto! hai fatto così tANTE esperienze, che invidia! io per il momento sono stata solo in cina e in mongolia e non riesco a separarmi da quei paesaggi! spero di riuscire a collezionare un giorno esperienza altrettanto belle quanto le tue! :D
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