Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
sabato 26 dicembre 2009
L'effetto di un gesto - Kuala Lumpur, Malesia
Percorro le viuzze, in salita e discesa, alla ricerca di un'ispirazione e di qualcosa da mangiare. Le trovo dietro un angolo: una zuppa di pan mee - fettuccine in brodo - in un ristorantino cinese. Un locale tipico, squallido, col pavimento sporco, di quelli che fra qualche anno non esisteranno più: perfetto per la zuppa, proprio quello che cercavo. Sarei potuto andare in un centro commerciale, qualche posto asettico, modulare, luminoso, tavoli e sedie di formica colorata. Niente frasi carine qui, pochi sorrisi, ma quel poco che raccatti è merce autentica: brilla di timidezza, di mezzi sguardi - roba con carati, umanità di zecca. Utilizzo le bacchette con mano sicura, sistemo con pazienza le tagliatelle sul cucchiaio, poi la carne macinata, le verdure, le acciughine. Finisco il brodo con cucchiaiate laterali, mi concentro sul succo, le spezie, i frammenti: è un vortice di gusto, odori forti, consistenza. All'uscita mi fermo sotto la tenda di plastica, il cielo di Kuala Lumpur è una spugna di piombo che gronda strati opachi di liquido tiepido. La signora mi chiede dove voglio andare, poi fa un cenno al ragazzino e questo mi chiama. Estrae un ombrellone da uno dei tavoli e attraversiamo la strada schivando auto e pozzanghere. Arrivo al centro commerciale eccitato e imbarazzato mentre un gruppetto di indiani ride divertito. Sento che un sorriso mi si aggrappa al volto: devo sembrare ridicolo dietro a quel film di gengive. È un sorriso da idiota, con effetto ostrica: si apre lentamente, divaricando le ganasce come uno strumento da dentista, inserito e avvitato. Sarà un sorriso da idiota ma non ci posso fare nulla: l'effetto di quel gesto durerà per un bel po'.
Foto "Singing butler" di Jack Vettriano, da AllPosters.com
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RispondiEliminaBuon appetito e buone feste!
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