Il Songthaew (*) sfila parallelo al sentiero di Ho Chi Minh, sul lato occidentale, quello laotiano. Il sentiero non c'è più, forse non c'è mai stato: un percorso immaginario tra la giungla e il napalm. L'arrivo a Phonsavan ha un orario incerto. Al punto d'origine abbiamo atteso a lungo: se il mezzo non è pieno l'autista non parte. Lungo il tragitto ci fermiamo spesso, gente che sale, altra che scende, fermate per spuntini e capatine al bagno. Da qualche ora però l'assetto è stabile. Legato al predellino, come se fosse sulla brace, un maiale scuro ringhia e borbotta. Il pollame razzola tra le valige e i sacchi, mentre un animaletto sonnecchia in una gabbia di vimini.
Tra i passeggeri alcuni dormono, altri sono in trance. Picchiamo su una buca e scendiamo sulla terra. Do un'occhiata alla gabbietta che ha lo sportello aperto. Il padrone se ne accorge, ci guarda dentro, comincia ad agitarsi e si butta al suolo. Infila la testa sotto le panchine, scosta le borse, alza i pulcini. L'animale corre lungo il bordo del camion e quando l'uomo lo blocca in un angolo, lui attende atterrito e poi gli morde una mano. L'uomo impreca, scatta, lo insegue. Alla fine riesce a riportarlo nella gabbia. Ridono tutti, poi ritornano offline. Un biondo hippy russa tra le mosche, un laotiano rutta mangiando uova nere, le galline starnazzano e il porco grugnisce. È quasi il tramonto, siamo in mezzo al nulla, con un ampio zigzag tra i crateri delle bombe scivola a lumaca uno zoo itinerante.
(*) Songthaew: versione asiatica di un autobus, camioncino con due panchine per accomodare i passeggeri.
Autunno 2001
Foto di Philipp L. Wesche (CC), da wikipedia.org
Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
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2 commenti:
Visto che non mi pare ci sia un'area o un forum per i commenti di carattere generale, approfitto per complimentarmi qui, sull'ultimo post, per l'eccellente lavoro e la non banale raffigurazione di alcune tipiche situazioni dell'Oriente. Conosco e frequento da tempo Bangkok e la Tailandia per ragioni di lavoro e piacere e mi sento di avere titolo per riconoscere, senza falsa modestia, la qualità e la profondità di molte tue riflessioni su questa gente.
Qualità che ritrovo anche nei vecchi post sul Cairo, città che conosco almeno come la stessa Bangkok e che ho frequentato assiduamente per venti lunghi anni, dal 1986 al 2006.
Sono venuto a conoscenza per caso del tuo blog, scorrendo le pagine del forum di Thai Travel sul quale scrivo saltuariamente.
Ciao,
grazie per il commento e per seguire il blog. In effetti non scrivo per tenere un diario o per parlare delle mie attività, ma per raccontare curiosità, cercando di osservare ciò che vedo da varie angolazioni, possibilmente originali (non sempre ci si riesce). Cercherò magari di aggiungere nel blog un'area per i commenti generali. Tu continua a leggere e a commentare se ti va, a me fa piacere.
F.
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