Nella papaya la scienza trova antiossidanti e vitamine. Io ci vedo la bandiera di un paese tropicale: la banda esterna gialla coi ricami smeraldo, il centro arancio-rosso, spappolato, quasi marcio. E vicino all'asta il nero dei semi, decine di perle, gommose e luccicanti.
Nel centro di Rangoon, all'ombra delle palme, davanti agli specchi e i ventilatori di una teahouse, un flemmatico birmano prepara un frullato. La lama scorre lenta, sbucciando senza sprechi. La polpa fradicia cede senza sforzo, basta quasi soltanto il peso del coltello. La getta in un mortaio, con un blocco di ghiaccio, e senza usare lame, plastica o corrente, la sminuzza con pazienza, a colpi di pestello.
Un frullato a Rangoon è come la strada tranquilla, l'ombra delle frasche, la sala da te coloniale. È più di una bibita, di uno spruzzo al pomeriggio: pulsa di atmosfera, è un'esperienza integrale.
Rangoon, Birmania, autunno 2002
Foto "Papaya" di Flowery Luza (CC), da flickr
Rangoon, Birmania, autunno 2002
Foto "Papaya" di Flowery Luza (CC), da flickr
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