"Nightmare", di brentbat (CC) |
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L'incubo si materializzò per la seconda volta a Kuala Lumpur, in un ristorantino all'aperto. Due minuti dopo aver ordinato una minestra e un succo di frutta mi colse un dubbio, misi la mano in tasca con il solito scatto da gatto atterrito, tirai fuori non denaro bensì il cellulare e mentre facevo finta di aver ricevuto un messaggio urgente chiamai il cameriere per annullare l'ordine.
Una volta in strada la vergogna e il senso di colpa mi piombarono addosso all'improvviso, come una pioggia monsonica. Come si fa - mi ripetevo - ma che modo di comportarsi è. Andarsene dopo aver ordinato. E in che modo poi, con quel ridicolo colpo di teatro.
Mezz'ora più tardi ero già lì, con le tasche piene di Ringgit. Mi scusai, ordinai nuovamente.
"Avevate già preparato qualcosa?"
"Beh, il succo, ma non ti preoccupare..."
Alla fine mi feci mettere in conto anche il succo di frutta e lasciai una buona mancia.
Mi conoscevano in quel ristorante, avrei potuto spiegarmi, restare a mangiare e ripassare in seguito per pagare. Avrei potuto, ma non ci sarei riuscito, perché l'imbarazzo, la paranoia e i complessi atavici spesso sono più difficili da affrontare di quel gruppo di ribelli nel deserto. Beh, i ribelli magari no, ma i ragazzini nel vicolo buio, quelli forse...
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