Foto di CW Ye (CC) |
Un signore del posto vestito come tutti gli altri - gonnellone, camicione e copricapo - ma più sfacciato o arrabbiato di loro mi si avvicina.
"Di dove sei?"
"Italia!" Rispondo con un entusiasmo che non è tanto orgoglio per la terra di provenienza quanto un'esortazione del tipo Vogliamoci bene!
Funziona, ma solo in parte.
"Ah, Italia...bene. Se invece era America...non bene!"
Alcuni lo guardano storto, altri annuiscono. A me invece vengono i brividi. Puntello il sorrisone richiamando i riservisti: una truppa di muscoli facciali che non sapevo nemmeno di avere. La serenità del mattino è andata a farsi friggere, così come il paesaggio rigoglioso sembra essere stato nascosto da una foschia sopraggiunta di soppiatto. Gli ultimi minuti del viaggio sembrano più lunghi della notte quasi insonne trascorsa in cuccetta.
La stessa domanda continua a ronzarmi nella testa: "E se fossi stato americano?" Allo scopo di scacciarla cerco di concentrarmi su una preoccupazione di riserva: spero almeno che il tragitto in barca non mi faccia venire il mal di mare.
Terengganu, Malesia, primavera 2002
Da prepararsi la risposta, una volta per tutte, citando caparezza: "vengo dalla luna!"
RispondiEliminaParkadude: Risposta da consigliare ai backpacker americani, o ai canadesi come alternativa alla bandierina che cuciono sullo zaino per far capire che nonostante l'accento non vengono dagli States...
RispondiEliminaA proposito, grazie (in ritardo) per la citazione su tripcentre (anche se il mio link e quello dell'italiano che viaggia in Russia mi sembra siano invertiti)