Foto di kibuyu (CC) |
Quando l'impatto avviene l'uomo alla guida fa ciò che molti fanno in questi casi, anche se sarebbe la prima cosa da evitare: continua ad accelerare. Il motorino si inclina e cade lentamente al suolo. L'uomo si poggia a terra goffamente, ma senza farsi male. La moglie che siede sul retro invece piomba giù come un sacco di patate. Ci assomiglia pure a un sacco di patate, ma in questo momento è la dinamica del movimento che mi ispira quell'immagine: come si piega sulla sella, picchia sull'asfalto e continua a rotolare quando il mezzo è già fermo, col motore su di giri perché il polso dell'uomo è rimasto ingessato nella posizione iniziale, quella che aveva assunto quando ancora sfrecciava tra le due corsie - con l'originale traiettoria rettilinea intendo, non ancora quella a zig zag - e che non ha più abbandonato.
Il signore si rialza, non si preoccupa di raccogliere le sue patate e pensa invece bene di inveire contro l'autista del furgone, il primo fungo del flipper che ha centrato. Magari la colpa dell'incidente è proprio di questo qui, non lo saprò mai, perché dopo avergli risposto con una tattica diversiva, indicando e gesticolando all'indirizzo di un'auto che è già scomparsa dietro una curva, ingrana la marcia e con gran disinvoltura si dilegua.
Il signore della moto è chiamato a rapporto dai proprietari delle auto che ha strisciato e ammaccato, il sacco di patate si rialza proprio come un sacco di patate tirato su da un contadino e oscilla per qualche istante attorno al suo punto di equilibrio stabile, un po' come una matrioska, prima di assumere la postura eretta. Nel frattempo le patate che riempiono il sacco proprio dove dovrebbero esserci il sedere, il torso e il petto si ridispongono seguendo le leggi della geometria tridimensionale e della gravità, occupando gli spazi liberi della nuova configurazione. Poi, strascicando i piedi (perché nonostante assomigli a un sacco pieno di tuberi non bisogna dimenticare che è pur sempre un essere umano e quindi è dotata di piedi), raggiunge il crocchio animato.
Io li lascio così, dopo aver seguito l'ennesima lezione di Principi ed elementi di società orientali, un mix di menefreghismo, maschilismo, scaricabarile, spensieratezza, ottimismo, fatalismo e altri dettagli che mi verranno in mente più tardi, mentre continuo a passeggiare sotto un cielo plumbeo che parrebbe promettere monsoni ma potrebbe anche regalare solleone.
Spensierato e menefreghista: anche se non mi riesce ancora del tutto naturale so che è un atteggiamento perfettamente idoneo. Dopotutto a trasmettermelo sono stati proprio loro.
Altri incidenti asiatici (vissuti in prima persona) e altre nozioni di sociologia orientale li trovate qui.
Divertente e ben scritto.
RispondiEliminaPerò dai.... tu c'hai qualcosa di personale contro le patate.
Ma no! Mi piacciono le patate...fritte, lesse, arrosto, alla griglia, al forno, nella pasta e nel risotto!
RispondiEliminaGrazie Maria Cristina.
Come volevasi dimostrare a volte l'uomo è cio' che la società fa di lui. Nella pasta le patate son divine! Ciao Fabio!
RispondiEliminaEnzo: di sicuro lo è almeno in parte...
RispondiEliminaSe non l'hai ancora provata fatti la pasta patate e prosciutto con la tecnica del risotto...squisita!