Luglio 2011. E' tempo di elezioni in Thailandia. Un'ondata continua di gente converge sulle grandi direttrici di Bangkok - Sukhumvit, Vipawadee, Pahonyothin - diretta verso le province di provenienza, che nella maggior parte sono quelle dell'Isan, a nord-est, verso il Laos.
Passeggio con A., l'accompagno a prendere il taxi che la porterà a Mochit, una stazione degli autobus oggi immersa in un caos da aeroporto internazionale in periodo di grounding. Un autista di tuk-tuk offre il suo servizio per 300 baht, quando normalmente utilizzando un taxi col tassametro la tratta dovrebbe costarne 100-150. Lo liquidiamo in fretta. Anche il primo tassista le chiede 300 baht. Lei lo lascia andare, poi ne ferma un altro. Stessa storia. E così anche col terzo, e un quarto.
Avverto un odorino strano, un fetore che mi ha stuzzicato le narici spesso in passato. Seguo l'istinto, come fosse uno di quei fili di fumo pedinati dai nasi lunghi e vibranti dei cartoni animati. Mentre lei fa due passetti verso il centro della carreggiata per fermarne un altro io resto sul ciglio e osservo attentamente. Quando lei si avvicina al finestrino per parlare col conducente il proprietario del tuk-tuk che la voleva truffare si sbraccia verso lo sconosciuto collega e gli fa segno di chiederle 300 baht. L'altro segue il consiglio e A., ovviamente, non accetta.
Questa volta ti ho visto, lestofante da strapazzo. Prendo A. per un braccio e l'accompagno cento metri più in là. Lei mi segue - incredula mentre le racconto ciò che ho visto - a distanza di sicurezza dal manigoldo, dove un tassista - onesto come la maggior parte di quelli che non ronzano attorno ai turisti - acconsente ad accompagnarla utilizzando il tassametro.
"Un thailandese non si dovrebbe mai comportare così...con altri thailandesi poi...", continua a ripetere fino a quando la porta si chiude.
"...con nessuno..." penso io, mentre la saluto.
Non riuscirà a tornare a casa e ad andare a votare perché tutti i posti in autobus fino al mattino successivo sono stati venduti, ma almeno è riuscita a tenersi stretta la dignità. E pure qualche banconota."Un thailandese non si dovrebbe mai comportare così...con altri thailandesi poi...", continua a ripetere fino a quando la porta si chiude.
"...con nessuno..." penso io, mentre la saluto.
Immagine da globalvoicesonline
2 commenti:
ciao,in che zona dell'asia ti trovi in questo momento?
Ciao Nick,
sono in Thailandia, migrato verso sud perché Bangkok stava diventando un po' troppo umidiccia.
Se ti va puoi contattarmi anche all'indirizzo email personale che trovi in alto a sinistra
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