giovedì 22 dicembre 2011

Poesia di Natale, che poi sul Natale soltanto non è


Così fai shopping perché altrimenti stai male:
passatempo idiota e truffa astuta
perpetrata al meglio quando viene Natale.
Nel giorno in cui nacque il figlio del signore
celebriamo comprando
un'altra borsa e un fiore.
Campanelle e sonagli mi hanno rotto i coglioni
e tu vuoi un bianco Natale
con le luci e i festoni.
Oppure sei ai tropici a mostrare le tette,
dove imbiancano le vetrine
con la schiuma in bombolette.
Ecco i Re Magi,
coi loro doni preziosi,
firmati LV, CK e D&G.
Né buoi né asinelli attorno al neonato 
solo gadget che alla Apple
qualcuno ha comprato.
Gesù è nato oggi e per portargli rispetto,
come ci insegnò S. Francesco
noi ci spendiamo tutto.

Vi auguro un felice e costosissimo Natale.

Foto di Funky64 (CC)

lunedì 19 dicembre 2011

La profezia mancata

Ancora pochi giorni, poi questo 2011 sarà finito e il tanto temuto 2012 comincerà. La scorsa settimana parlavo con un'amica a proposito della famigerata profezia maya quando a un tratto mi è venuto un dubbio: come hanno fatto i maya a predire che la nostra civiltà terminerà nel 2012 se non sono stati in grado di anticipare la caduta della loro svariati secoli fa?
Se si fossero fatti gli affari loro forse sarebbero campati più a lungo...

Foto di joiseyshowaa (CC)

martedì 13 dicembre 2011

AirAsia: non più così "cool"

Essendo stato in passato un cliente piuttosto fedele di AirAsia - fin dagli inzi, quando volavano con velicoli vecchi e ancora in pochi si fidavano di loro (“Sono sempre in ritardo...perderanno i tuoi bagagli”, era il ritornello che cantavano in tanti in Malesia) - posso dire che per alcuni anni la loro procedura di prenotazione online è stata veloce, semplice, trasparente e corretta, i loro prezzi tra i più bassi e il loro marchio uno dei più cool. Beh...non più.
Attraversando soltanto poche schermate, riempiendo un numero ridotto di campi e cliccando qualche pulsante uno sceglieva data, destinazione, numero di passeggeri, solo andata o andata e ritorno, selezionava il volo preferito tra quelli disponibili, inseriva i dati personali, quelli della carta di credito e il gioco era fatto. Come dicevo: semplice, veloce, trasparente e corretto. Niente pasto gratuito e scelta libera del posto, un po' come in corriera, ma i prezzi erano davvero ridotti al minimo, su molte tratte imbattibili.
Questo colse di sorpresa le compagnie tradizionali che persero grandi fette di mercato, mentre AirAsia da piccolo soggetto della nicchia low cost diventava uno dei leader del settore. Una vera e propia success story per Tony Fernandes, il malesiano che da dirigente della Warner Music si trovò, dopo aver acquistato i resti di una vecchia aerolinea statale in forte perdita, a essere uno degli imprenditori più ricchi e innovativi d'Asia.
A poco a poco le forze allo sbando dei nemici si riorganizzarono, colmando il gap, mentre AirAsia decideva incredibilmente di sprecare le risorse di know-how e ottima reputazione accumulate negli anni cominciando a commettere alcuni degli errori che avevano portato alla debacle i suoi concorrenti, più altri sulla cui originalità può vantare a pieno titolo i diritti d'autore.

venerdì 9 dicembre 2011

Da solo contro l'onda - Saigon, Vietnam

Del traffico di Saigon, dei fiumi di motorini, delle precauzioni da prendere quando si attraversa la strada abbiamo già parlato qui.
Oggi mentre passeggiavo in centro mi sono accorto però che c'è un aspetto di questo traffico, una sua dinamica, una circostanza specifica da trattare a parte. E' la partenza dei motorini allo scattare del verde.
Spesso gli incroci di Saigon sono dotati soltanto di semafori per veicoli: quelli per i pedoni, normalmente sistemati alle estremità delle strisce pedonali, non ci sono. Tu stai percorrendo un marciapiedi, arrivi all'incrocio, vedi la solita legione di motorette schierate dietro la linea bianca, intuisci che hanno il rosso (anche se non lo vedi) e ti affretti ad attraversare.
...tanto anche se scatta il verde aspetteranno che io sia arrivato dall'altra parte...
Questa è una conclusione azzardata che ti può costare molto cara. Rileggi queste ultime due righe tre volte prima di proseguire.
Sei ancora al centro della prima corsia e i segnali che capti non sono rassicuranti: i motori vengono scaldati con delle brevi accelerazioni, alcune ruote avanzano improvvisamente di alcuni centimetri per poi fermarsi bruscamente. Pensi a dei cavalli da corsa che scalpitano sulla linea della partenza...e non provi la stessa emozione che provavi da ragazzino, all'ippodromo, seduto accanto a tuo padre col gelato e i biglietti delle puntate in mano. Ti affretti ma sei ancora in alto mare. A un certo punto partono tutti: ti senti un fantasma, un'anima dotata di un corpo invisibile ma non è la sensazione che immaginavi di provare quando in passato hai desiderato avere questi super-poteri. E' come un'onda. Nessuno sembra vederti, eppure sei lì, lampante: l'unico pedone, occidentale, atterrito, in mezzo alla strada. Di che altro hanno bisogno per notarti?
In realtà non lo fanno apposta, per arroganza o sadismo. Seguono un automatismo, lo fanno decine di volte al giorno, tutti i giorni. Un vietnamita non si sarebbe comportato come te: sei tu l'inconcepibile eccezione, non loro.
Ovviamente all'ultimo istante faranno di tutto per evitare l'impatto: rallenteranno, sbanderanno, magari arriveranno persino a fare l'impensabile - fermarsi. Questo, unito al tuo scatto da gazzella, dovrebbe aiutarti a portare a casa la pellaccia anche stasera. 
Ma non ci contare troppo: anche se per ora ti è andata bene, la prossima volta, prima di attraversare, dai un'occhiata di sbieco al semaforo principale. Se è giallo, attendi, hai ancora tanta vita davanti a te.

martedì 6 dicembre 2011

Come un Vietcong - Saigon, Vietnam

Un tizio entra in una buca scavata in mezzo alla strada per riparare delle tubature. C'è una perdita e l'acqua gli arriva già al collo. A pensarci bene ci troviamo nelle vicinanze del mercato Ben Thanh, nel pieno centro di Ho Chi Minh City che una quarantina d'anni fa si chiamava Saigon (ancora oggi a dire il vero, almeno informalmente): a quel tempo ai suoi antenati poteva capitare di trovarsi in una situazione simile quasi tutti i giorni, immersi nelle risaie inondate mentre combattevano i GI americani. Una qualche lontana forma di eredità insomma: ecco forse perché sembra essere così a suo agio, sigaretta in bocca, mento puntato verso l'alto, mentre lavora sul quel tubo e chiacchiera con i colleghi, lanciando occhiate distratte in direzione dei passanti.