Essendo stato in passato un cliente piuttosto fedele di AirAsia - fin dagli inzi, quando volavano con velicoli vecchi e ancora in pochi si fidavano di loro (“Sono sempre in ritardo...perderanno i tuoi bagagli”, era il ritornello che cantavano in tanti in Malesia) - posso dire che per alcuni anni la loro procedura di prenotazione online è stata veloce, semplice, trasparente e corretta, i loro prezzi tra i più bassi e il loro marchio uno dei più cool. Beh...non più.
Attraversando soltanto poche schermate, riempiendo un numero ridotto di campi e cliccando qualche pulsante uno sceglieva data, destinazione, numero di passeggeri, solo andata o andata e ritorno, selezionava il volo preferito tra quelli disponibili, inseriva i dati personali, quelli della carta di credito e il gioco era fatto. Come dicevo: semplice, veloce, trasparente e corretto. Niente pasto gratuito e scelta libera del posto, un po' come in corriera, ma i prezzi erano davvero ridotti al minimo, su molte tratte imbattibili.
Questo colse di sorpresa le compagnie tradizionali che persero grandi fette di mercato, mentre AirAsia da piccolo soggetto della nicchia low cost diventava uno dei leader del settore. Una vera e propia success story per Tony Fernandes, il malesiano che da dirigente della Warner Music si trovò, dopo aver acquistato i resti di una vecchia aerolinea statale in forte perdita, a essere uno degli imprenditori più ricchi e innovativi d'Asia.
A poco a poco le forze allo sbando dei nemici si riorganizzarono, colmando il gap, mentre AirAsia decideva incredibilmente di sprecare le risorse di know-how e ottima reputazione accumulate negli anni cominciando a commettere alcuni degli errori che avevano portato alla debacle i suoi concorrenti, più altri sulla cui originalità può vantare a pieno titolo i diritti d'autore.
I prezzi si sono alzati fino a ugliagliare e - per alcune tratte e fasce d'orario - persino superare quelli di aerolinee tradizionali, che offrono velivoli e servizi di qualità più elevata, mentre i tratti caratteristici delle compagnie low cost - pasti, assicurazione e prenotazione dei posti a pagamento - sono stati mantenuti. Aggiungendo al malloppo altre fesserie a volte poco comprensibili, come l'express boarding, il counter check-in, il Big Shot ID (ma che significa?). Per non parlare dell'ultimo tocco d'autore: la tariffa sui pagamenti con carta di credito, volta a finanziare gli investimenti fatti in materia di sicurezza delle transazioni online, cosa che, essendo AirAsia un'azienda che vende praticamente soltanto con questa modalità, avrebbe il dovere (non solo morale) di fare gratuitamente.
Ciò che più infastidisce però è che tutti questi servizi a pagamento vengono automaticamente assegnati all'utente che sta acquistando il volo, il quale, in caso non fosse interessato, deve deselezionarli manualmente, a volte seguendo procedure poco chiare e molto contorte.
Volendo spiegarmi con un esempio ho registrato la simulazione dell'acquisto di un volo di sola andata da Bangkok a Ho Chi Minh City (Saigon). Prezzo iniziale 76.95 dollari. Quello finale è invece del 60% più alto. Assicurazione, pasto e prenotazione dei posti tassativamente esclusi.
Per fare un paragone, piattaforme come Edreams e Opodo, scegliendo la stessa data, offrivano voli Turkish Airways e Qatar Airways (di qualità davvero elevata) a prezzi equivalenti o addirittura inferiori. Ovviamente tutti i servizi per cui AirAsia faceva pagare delle tariffe separate erano in questi casi inclusi. E il prezzo iniziale era di poco inferiore a quello finale.
Ecco il video commentato in inglese (guardatelo in Youtube, non qui). Buon divertimento.
Foto dell'aereo AirAsia di en-shahdi (CC)
2 commenti:
Quanto è vero quello che dici... anch'io ero un fan di AirAsia... sfortunatamente sui voli interni qui qualche volta non c'è alternativa...
Soprattutto perché volano da/per Suvarnabhumi. E poi le altre low cost thailandesi ogni tanto volano con certi catorci...
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