Il buon vecchio Q è ritornato a Pattaya, dove resterà per sei mesi. La sua fidanzata aspetta un bimbo e lui vuole starle vicino. Lo incontro al percorso della collina del Big Buddha, dove vado a fare una corsetta ogni sera. Ha in serbo per me un'altra delle sue vecchie, agghiaccianti bombe.
Alcuni mesi fa, sempre a Pattaya, aveva incontrato un italiano, uno di quei disperati che si arrangiano in maniera poco chiara. All'apparenza però era un tipo simpatico, alla mano, onesto. All'apparenza, appunto. Noi, che possiamo usare il senno di poi, non lo chiameremo l'onesto, bensì il losco. Un giorno il losco insiste per accompagnare Q in albergo. Q non ha motivi per dirgli di no. Una volta in stanza il losco si guarda bene attorno, poi si ricorda di non essersi portato dietro del contante e gli chiede un piccolo prestito. Q non ci trova nulla di male, in fondo si tratta di quattro spiccioli. Il losco però lo osserva con insistenza quando va a recuperare la scatoletta in cui nasconde i soldi. Per ogni evenienza, ma con un po' di leggerezza, Q ha deciso di portarsi in Thailandia una somma ingente, alcune migliaia di euro, in contanti. Il losco fa dei commenti del tipo: "Ma perché tanta segretezza?" "Ah madonna, ora capisco, guarda quanti soldi c'hai!"
Non lo conosco bene ma ci vuole poco a capire che Q, pur avendone combinate molte ed essendo schiavo di qualche viziaccio, è in fondo un ingenuo bonaccione che non farebbe del male a una mosca. E che di conseguenza non è istintivamente portato a intuire il lato malizioso e oscuro degli altri. Negli ultimi anni però questo sua indole candida l'ha pagata piuttosto cara e l'esperienza gli deve aver ispessito la cotenna. Ora per esempio ha fiutato qualcosa di putrido.
Il losco fa una telefonata, poi chiede a Q se ha voglia di andare a mangiare un boccone. Ovviamente offre lui (e ovviamente lo farà coi soldi che Q gli ha prestato). Q accetta l'invito, scende assieme al losco ma poi sostiene di essersi dimenticato qualcosa in stanza e gli dà appuntamento direttamente al ristorantino. Il losco fa una smorfia ma acconsente. Q ritorna in stanza, piglia la scatoletta dei soldi e cambia nascondiglio, poi raggiunge il losco che sta al tavolo con il losco 2, un turista marocchino, l'unico che in città non abbia smesso di frequentarlo, come Q avrà presto occasione di scoprire. Quando è il momento di ordinare il losco cambia idea (per modo di dire, perché l'idea laida invece ce l'ha fissa in mente dal primo momento), dice che ha un affare da sbrigare urgentemente (oh, eccome se ce l'ha...), si alza e li lascia lì da soli.
Al termine del pranzo il losco 2 (ovvero il palo, o la spalla) si offre per accompagnare Q a fare un giro in centro città, sostenendo che ha diverse novità da mostrargli. Dopo alcuni minuti però Q, sempre più insospettito, lo saluta e torna in albergo. All'arrivo trova la porta scassinata e la stanza a soqquadro. La scatoletta dei soldi per fortuna è rimasta inviolata.
I proprietari dell'albergo e alcuni vicini gli confidano di aver visto il suo amico (cioè il losco) entrare da solo in albergo. Nessuno ha sporto denuncia perché spetta a Q decidere che fare. Q si confida con l'addetto italiano della polizia turistica di Pattaya e questi gli suggerisce di denunciarlo, essendoci come prova anche delle immagini riprese dalle telecamere a circuito chiuso dell'hotel. Q risponde che non lo farà: il losco infatti finirebbe nelle grinfie della polizia ordinaria e, non essendo sicuramente in grado di pagare la somma necessaria per farsi tirare fuori dai guai, verrebbe sbattuto in galera. La galera per uno straniero in Thailandia equivale a poco meno di una condanna a morte. Ve l'ho già detto, Q in fondo è un buon tipo.
Non è comunque un fesso e al ritorno in Italia decide di avvertire alcuni suoi amici finanzieri, temendo che il losco si faccia degli appartamenti anche in patria. Il losco probabilmente lo viene a sapere e non appena Q rientra in Thailandia lo avvicina e si scusa per quel che ha fatto. Q gli dice che sarebbe carino se almeno gli offrisse come segno di buona fede i 100 euro che si è dovuto accollare per il risarcimento dei danni all'hotel. L'altro risponde che non può. Poi lo invita a fare un giro nel suo furgoncino (di professione, oltre al ladro, fa anche l'elettricista e sostiene di aver messo su a Pattaya un'attività per l'installazione di...udite, udite...telecamere e impianti antifurto!) Q sospetta che lo voglia portare in un posto tranquillo dove menarlo in santa pace come rappresaglia per la soffiata in Italia. Quindi con una scusa si defila.
Ora Q è combattuto, da un lato vorrebbe che la storia terminasse così, dall'altro l'orgoglio gli impone di non mostrarsi impaurito. Da allora viaggia armato di un coltellino. Spero che il losco e la sua coscienza non lo convincano mai a utilizzarlo.
Potresti scrivere un libro sui loschi... i tuoi racconti sono davvero coinvolgenti.
RispondiEliminaMa non hai un po' di timore anche del signor Q?
Grazie Dario, e grazie anche a chi mi racconta 'set storie tanto orripilanti quanto interessanti. Q, come dicevo nel post, è un pezzo di pane...
RispondiEliminaAssolutamente d'accordo con Dario: quando apro il tuo blog spero sempre di leggere qualche nuova storia losca!
RispondiEliminaPer quanto possa dispiacermi...mi vedrò costretto a soddisfare ancora la vostra curiosità in futuro
RispondiElimina... ecco che riconfermi la mia teoria... che bella l'italianità in Thailandia!
RispondiEliminaVoglio sperare che si tratti di una minoranza...purtroppo la Thailandia, così come altri paesi dalle caratteristiche simili, è un magnete per disperati all'ultima spiaggia, non solo italiani.
RispondiEliminaSenza andare troppo lontano, quando lavoravo in Albania ho trovato anche lì un prontuario di loschi non indifferente: mentre in Italia i nostri compaesani si facevano una brutta opinione degli albanesi, in Albania io ne maturavo una pessima sugli italiani
RispondiEliminaSì sì, io ne trovo di italiani incredibili. Per esempio quelli che diffidano degli alimentari o del servizio sanitario (anche privato) nei paesi in via di sviluppo, o addirittura che li denigrano liberamente. Ce ne sono in Cina che si fanno mandare l'acqua da casa...paranoia al limite della follia pura. Come se l'Italia fosse la Svizzera poi, e non ci fossero pure lì certi problemi...
RispondiEliminaIn Messico (a Playa del Carmen, non a Real de Catorce) il marito italiano di una mia amica beveva solamente acqua minerale San Pellegrino in bottiglia di vetro (possibilmente da mezzo litro), altrimenti piuttosto moriva di sete. Alla fine non è morto, ma è tornato a vivere a Padova (e che ci resti, mi viene da dire). Caro Fabio, io e te dovremmo pensare di scrivere un libro a quattro mani, di taglio umoristico (alla Severgnini) su vizi&virtù degli italiani all'estero!
RispondiEliminaPs. L'esempio su riportato non appartiene a un tipo losco,ma a un deficiente (seppur con MBA)
RispondiEliminaMa sì, lascia che facciano, servono pur sempre a rallegrarci le giornate...
RispondiEliminaah ah giusto!
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