Come a Pattaya, peggio che a Pattaya |
La stessa umanità alla deriva, schiuma d'anime putrescenti attorno al perimetro di una discarica sociale galleggiante, quella sensazione di ultima fermata prima del terminal psico-spirituale. Persino il termine "decadenza", qui, non si può usare come spiegazione ma va spiegato esso stesso.
Il parallelo con Pattaya calza quasi a pennello. Angeles è situata a ridosso della Clark Freeport Zone, il progetto urbano che ha preso il posto di una vecchia base americana, con tanto di aeroporto militare convertito in civile, ed è nata come centro di svago (principalmente sballo e mignotte) proprio ai tempi in cui i militari statunitensi vi erano stazionati. Pattaya, dal canto suo, sta giusto a pochi chilometri dalla vecchia base di U-Tapao, convertita in aeroporto civile, e veniva utilizzata dai G.I. americani impegnati nelle operazioni di guerra in Vietnam e Laos come centro di svago (principalmente sballo e mignotte, che coincidenza...) nei giorni di licenza.
Sembra quasi la stessa storia. Ma non è la stessa storia. L'una è la versione ammaccata dell'altra. Due immagini dello stesso paesaggio, prima e dopo il cataclisma. La foto del soggetto e il suo ritratto grottesco. Il gadget elettronico originale e la sua copia malfatta, malfunzionante, malferma, scricchiolante, scolorita: se sono entrambi Made in China devono essere per forza due China diverse.
A Pattaya il vizio viene esposto in teche di cristallo e spolverato ogni sera. Le gamme di modelli rinnovate a ogni stagione. Le luci brillano, i suoni vibrano limpidi, le superfici lucide scintillano, quelle opache assorbono, ciò che è morbido ammortizza e ciò che è duro non cede.
Angeles è sbilenca, offuscata, sbiadita. I piani sono ondulati e le curve a spigoli. Le luci sono smorzate, i suoni si fondono in un unico rumore di fondo, la consistenza dei solidi va dal molliccio al turgido.
Pattaya è acciaio, velluti, titanio, broccati, diamanti, oro e incensi.
Angeles è un fossile calcificato in epoche diverse: un nucleo asiatico misto, uno strato spagnolo nel mezzo e all'esterno un guscio americano dolciastro. L'animismo sepolto dal cattolicesimo, interrato a sua volta nel soffice capitalismo.
Pattaya è Las Vegas trapiantata in Asia.
Angeles è Las Sfigas trapiantata in un cadavere.
Anche i nomi poi possono dirci qualcosa sui caratteri.
Pattaya è Puttana, sbruffona, arrogante.
Angeles è modesta, camuffata, un po' meschina.
Altre foto scattate a Walking street (la versione di Angeles):
Chissà che avevano combinato... |
Sembra che non vigili perché dorme, in realtà non lo fa perché è un pupazzo... |
Come a Pattaya, peggio che a Pattaya/2 |
Molto ben scritto. Foto un po' scurine.
RispondiEliminaGrazie!
RispondiEliminaLe foto...le ho fatte di notte col telefonino che mi ritrovo...di più non ci si riusciva a cavare...
Ci sono stato nel 2009 (non solo ad Angeles...) e la descrizione comparativa con Pattaya calza a pennello, certi locali (non tutti) ad Angeles sembrano surreali-adimensionali da location per un film di Tarantino....complimenti per l'articolo
RispondiEliminageofun13: sì, il posto, se ti ci aggiri per qualche ora, ti stordisce...
RispondiElimina...ti stordisce? A me pare che "gira che ti rigira" ti ritrovi sempre a Pattaya, anche a centinaia di chilometri dalla Thailandia hahaha
RispondiEliminaNo, piano, ci sono finito quasi per sbaglio e ne sono scappato subito! hehe
RispondiEliminaA Boracay invece ci sarei rimasto un mesetto in piu'...
Thanks great blog posst
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