Natale a Pattaya |
E' un luogo piuttosto buio (ciò non sorprende, considerata l'analogia anatomica), senza bar, ristoranti e discoteche. Soltanto il lungomare da un lato e degli alberghi dall'altro. La musica dei locali vi arriva smorzata e ci si può godere un relativo silenzio. Verso sera dei giovani thailandesi arrivano muniti di chitarre, si siedono sul marciapiedi e cantano delle canzoni. Non in thailandese o in inglese, come tutti si aspetterebbero, o come succedeva fino a tre o quattro anni fa. No, questi cantano in russo. Siamo vicini a un complesso di discoteche (Mixx, Lima Lima) frequentate principalmente da turisti russi, e questi busker si esibiscono proprio per loro. In russo quindi. Folti gruppi di russi più o meno brilli si fermano ad ascoltarli e i più spavaldi li accompagnano cantando. Spesso male, è vero, ma alla fine pagano, e per questo vengono sopportati e graziati.
Poco più avanti c'è una fila di ritrattisti e caricaturisti: producono dei dipinti dozzinali che si trovano un po' dappertutto. Poco prima della grande insegna luminosa, con un po' di (s)fortuna ci si può imbattere in due dei personaggi più pittoreschi della zona.
Una è una donna. Espone la foto del figlio e un cartello in cui spiega agli spettatori (se ce ne sono) di esibirsi per guadagnare il denaro necessario per mandarlo a scuola. Sale su una pedana con un tamburello in mano e tenendo un ritmo tutto suo canta delle canzoni (in thailandese) da far accapponare la pelle. Stonata, fuori tempo, gracchiante, senza alcuna melodia. Ma, se quel che dice è vero, lo fa a fin di bene. Tuttavia, considerando lo scarso successo, se vuole davvero che il figlio non finisca a guidare un tuk tuk le conviene farsi venire qualche altra idea.
Proprio alla fine della via, seduto come un bonzo tra venditori di rose e spacciatori, sta un tizio grassottello che canta a ciclo continuo la famosa canzonetta "Pattaya, Pattaya", personalizzandola con delle strofe in russo. Quando i passanti russi soprappensiero se ne accorgono scoppiano a ridere, si fermano e spesso gli lasciano una mancia. Canta male, conosce non più di dieci parole in russo ma riscuote un buon successo. La tizia del tamburello dovrebbe imparare da lui.
Questa versione pattayana di una Rue des Artistes finisce qui, proprio dove Walking street sfocia nella piazza del porto, tra puttane, puttanieri, ruffiani, venditori ambulanti, ballerine da discoteca, luci al neon, musica ad alto volume, spazzatura e la solita puzza che aleggia sopra ogni strada del sud est asiatico.
La tizia del tamburello, se riuscite a vederla |
2 commenti:
Uhm! Questo genere di artisti qui in Messico si esibisce negli autobus urbani...
Dario: qui credo sarebbe visto come inappropriato, li sbatterebbero subito fuori...
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