martedì 28 maggio 2013

Quei cinesi continentali - Hong Kong

Vista della skyline da Tsim SHa Tsui
M sta completando un master in scienze dell'educazione presso una famosa università di Hong Kong. E' cinese, della Cina Popolare, la conosco da anni. Una ragazza simpatica, dolce, educata, molto per bene. Niente a che fare con lo stereotipo del cinese che sputa, si pulisce in pubblico le orecchie, il naso o qualcos'altro, mastica semi e radici seduto accanto a te, succhiando rumorosamente e sputacchiando gusci sfasciati e fibre spappolate. Ma da quando è arrivata a Hong Kong quello stereotipo non smette mai di frustrarla, metterla in imbarazzo e umiliarla.
A volte, quando in un negozio fa un paio di domande sul prodotto che intende acquistare, un commesso le risponde: "Oh, questa è Hong Kong, mica la Cina continentale!" Mi racconta che i cinesi vengono accusati di "rubare" i posti di lavoro ai cittadini del luogo oppure, e questo la coinvolge personalmente, le posizioni disponibili per master e dottorati nelle migliori università. Lei il master se lo è pagato da sé, e molto più di quel che paga un cittadino di Hong Kong. Questo genere di accuse generalizzate le trova quindi piuttosto irritanti.
Passeggiamo per le vie di Kowloon e quando arriviamo a un incrocio dal momento che la strada è sgombra io, come faccio sempre, attraverso, a prescindere dal colore della luce del semaforo.

giovedì 23 maggio 2013

Cinesi in posa per la foto col bianco...uno tira l'altro - Hong Kong

La papera gigante che galleggia sul Victoria Harbor, poco prima di sgonfiarsi a sorpresa
Ho camminato molto anche oggi, mi poggio sulla transenna e osservo la gente che passa. Avenue of Stars l'hanno chiamata. E visto che c'erano per scimmiottare l'America hanno piazzato sul selciato le impronte delle "star" della florida industria cinematografica locale. Peccato che io a parte quel pagliaccetto di Jacky Chan e l'ottimo Wong Kar Wai non ne conosca altri. Di nome per lo meno. Colpa mia, eh, mica demerito loro. Gli attori di In the mood for love mi erano piaciuti, almeno i loro nomi dovrei ricordarli. Bruce Lee ovviamente so chi è, ma per ragioni cronologiche le sue impronte non sono riusciti a prendergliele, così hanno eretto una statua in bronzo in suo onore e lo hanno eletto come il più grande del secolo. 
Ma torniamo a noi. La passeggiata è abbastanza affollata, principalmente di turisti. Io rilasso la schiena e le gambe, stiracchio il collo e osservo. Osservare la gente che mi passa davanti, da vicino o da lontano, di fronte o dall'alto, è sempre stato uno dei miei passatempi preferiti. 
A un certo punto un turista cinese (della Cina continentale intendo, non di qui) mi si avvicina con una macchina fotografica.

lunedì 20 maggio 2013

Una sorprendente ostilità nei confronti del pedone - Hong Kong

Un pescatore all'Hong Kong Harbor e sullo sfondo la skyline semicoperta dalla foschia
E' domenica notte e a Lan Kwai Fong non c'è molto da fare. Tra l'altro come area mi sta pure un po' sulle balle. Il fine settimana si riempie di stronzi vestiti di tutto punto, col macchinone di papà e sul muso da bulldog quell'espressione strafottente che sembra dire: "Tutto questo ce l'ho perché me lo sono meritato. Insomma: perché io so io e voi nun siete un cazzo!" E i buttafuori - poveracci pagati poco e trattati peggio, magari col permesso di soggiorno appeso a quel lavoro di merda - che fanno il loro gioco, a guardare se hai le scarpe lustre o la maglietta fresca di ferro da stiro e amido, se puzzi di miseria o hai lo sguardo da disadattato, segaiolo o, peggio ancora, entrambi. Nei giorni feriali invece non se lo possono permettere di andarci troppo per il sottile; allora ti invitano a entrare, e se ti presenti in ciabatte e canottiera ci provano ancora a umiliarti, ma in modo più patetico: "Ehi, questo non va bene..." sentenziano mentre ti pizzicano la maglia con disprezzo utilizzando le punte di due dita "...la prossima volta no, eh?" Certo, certo, la prossima volta sopra la divisa da villano mi ci spruzzo pure due gocce di Eau de Letam. Ma levati di torno, stronzo, tirapiedi e pure sfigato.

martedì 14 maggio 2013

La fototessera è assolutamente ne-ces-sa-ria! A meno che... - Hong Kong

Una fototessera e una vecchia banconota da 20 HKD
Rituale tappa a Hong Kong per procurarmi il visto cinese. Rituale pernottamento alle mansion di Nathan road, dove i rompiballe stranieri che arrivano per sbarcare il lunario sono sempre più tignosi e gli odori sempre più pungenti. Le stanze a cella d'alveare invece non si sono allargate di un centimetro. Solo i prezzi forse sono cresciuti.
All'agenzia Forever Bright presso il New Mandarin Plaza a Tsim Sha Tsui East c'è molta più gente rispetto all'ultima volta che ci sono stato. Hanno persino piazzato un piantone in giacca e cravatta all'entrata e formato un corridoio mobile per la fila dei richiedenti. Al banco c'è il caos: casino per ottenere i moduli, casino per conoscere i prezzi e casino per consegnare il tutto e richiedere il visto. Avevo intenzione di procurarmi un visto business multiple entry di sei mesi ma in qualche anno il prezzo è schizzato da 600 a 2000 HKD! Viro sul tourist da tre mesi, single entry, 500 HKD.
"Serve una fototessera." mi fa sapere un cinese trafelato.
"Eccola!"
"No, questa ha lo sfondo bianco. Ne serve una con lo sfondo blu."
Merda, lo sfondo blu...