Un pescatore all'Hong Kong Harbor e sullo sfondo la skyline semicoperta dalla foschia |
Beviamo una birra al 7eleven (in questa zona persino i 7eleven vendono solo le marche più care), completiamo il giro dei locali semivuoti senza pagare nemmeno 50 centesimi, ci facciamo un'altra birra al 7eleven, un caffè al McDonald's, dove chiacchieriamo con due simpatiche cinesi, e poi decidiamo di fare una passeggiata fino a Wan Chai, per dare un'occhiata ai disperati all'ultimo stadio della sbronza che circuiscono le poche puttane che non sono riuscite a rimorchiare. E poi andarcene a casa. Beh, andiamoci piano con i superlativi: alle squallide mansion di Nathan Rd, altro che casa...
Chiediamo alle ragazze in che direzione ci conviene camminare. Loro consigliano vivamente di prendere il taxi ma noi mica abbiamo fretta di arrivare, anzi il posto non ci interessa nemmeno troppo, è soltanto una scusa per farci una camminata e tirare tardi. Consultiamo il GPS del telefono di J: sono meno di due chilometri, una sciocchezza. Via!
Avevano ragione le ragazze, ovviamente. In linea d'aria la distanza è breve, e c'è pure una strada piuttosto rettilinea che ci arriva, ma l'architettura urbana è terribile, totalmente ostile alla razza dei pedoni. A ogni incrocio ci sono delle transenne che bloccano il cammino, i passaggi pedonali sono pochi e richiedono deviazioni dalla rotta di varie decine di metri. A volte, solo a volte però, ci sono dei ponti pedonali, ma sono sempre lunghi e contorti. Per evitare gli ostacoli ci tocca quasi sempre uscire dal marciapiedi e camminare sul ciglio della strada, cosa a cui, dopo tanti anni nel sud est asiatico, dove i marciapiedi sono affollati e spesso invasi da bancarelle, sono ormai abituato.
Arriviamo a Wan Chai un po' demotivati, ci facciamo un'ultima birra (ovviamente al 7eleven: in questa zona, più degradata della precedente, le marche da poco ci sono), ascoltiamo le pedanti discussioni di due indiani - che finiscono inevitabilmente con dei piani molto fumosi per mettersi in affari assieme e diventare ver-r-r-y r-r-r-ich! - osserviamo gli ubriaconi e le puttane che si camminano attorno come dei piccioni e poi torniamo.
Sinceramente Hong Kong mi ha sempre affascinato: come posto cinese con standard "occidentali" è di gran lunga più genuina e vitale di Singapore, e mi sembra anche più vispa di Taiwan, per quel poco che ho visto di quest'ultima.
Questo scarso rispetto per i pedoni da queste parti proprio non me l'aspettavo. Capisco le restrizioni per ragioni di sicurezza, ma bisognerebbe offrire delle valide alternative, non costringere chi cammina a procedere lungo un percorso a budello per permettere alle auto di sfrecciare tranquille in linea retta. Tutto ciò fa molto Cina continentale, cosa che l'abitante medio di Hong Kong non vorrebbe mai sentirsi dire.
Per fortuna il problema sembra essere ristretto alla sola isola centrale: Kowloon è molto più a misura di pedone.
E poi si sa, ogni posto, anche il migliore, ha le sue pecche. Forse, magari, chi lo sa, qui non ce ne sono molte altre.
Nessun commento:
Posta un commento