venerdì 27 dicembre 2013

L'esperienza del "mo-ter-saaai" - Bangkok, Thailandia

Il taxi "motorsaaaai"
Have moooob! Taxi no gooo, mo-tor-sai gooo! OK mai krab?
Gli dici OK e salti in sella, con tutti i tuoi bagagli, chitarre, sassofoni, cani, maiali, gabbie per polli, pane, prosciutto, formaggio, radio, tv, antenna parabolica, papà, nipotina e nonna...sfiorando automobili, motorini, bancarelle, manifestanti, poliziotti, giornalisti, impiegati, turisti, puttane e ladyboy, dalla fermata dell'airport link al tuo albergo, aria, vapori di peperoncino fritto e smog che ti soffiano sulla faccia, su cui da un po' si è stampato un sorriso.
E in quel momento, all'improvviso, ti ricordi perché la prima volta che ci sei stato ti era piaciuto così tanto...

martedì 24 dicembre 2013

Intasata (con galleria fotografica, e tre tristi alberi di natale) - Kuala Lumpur, Malesia

Ricordo quando a Bukit Bintang mi piaceva farci delle lunghe passeggiate, di notte, quando la temperatura si abbassava un po' e i negozi erano già chiusi. Ci vado ancora, quando sono da queste parti, ma l'esperienza non è più quella di un tempo. 
Non importa quale marciapiedi tu scelga, quale lato della strada, quale incrocio, quale passaggio pedonale. Non importa: ti dissolvi sempre in una calca pervasiva. Io ci sono abituato a farmi strada su marciapiedi intasati, assottigliati dalle bancarelle, tra gente che avanza lentamente osservando la merce esposta o si ferma a chiacchierare. Succede ovunque in Asia. Siam, Silom, Sukhumvit e Khaosan Road a Bangkok, dove sbarcherò fra poche ore, sono solo degli esempi. C'è sempre però una via d'uscita, una vietta, un sentiero laterale. Male che vada esci in strada e cammini sul ciglio, gli automobilisti ci sono abituati, non vanno nel panico e se non fai cazzate non succede nulla.

mercoledì 11 dicembre 2013

Non sono snob, mi faccio semplicemente i cazzi miei - Kuala Lumpur, Malesia

Quando sono all'estero non vengo quasi mai riconosciuto come italiano. Nemmeno dagli italiani. Fino a quando non mi sentono parlare ovviamente. Questa relativa invisibilità ha varie cause. Spesso sto da solo, e quando sono con qualcuno non parlo quasi mai l'italiano. Mi faccio spesso i fatti miei, mi vesto e mi comporto in maniera piuttosto "apolide".
E così anche quelle poche volte che vado a mangiarmi una pizza il proprietario o il caposala, durante il suo giro per i tavoli a salutare i connazionali, mi salta sempre. Al massimo mi rivolge una battuta in inglese. A cui io la maggior parte delle volte rispondo con un sorriso e un gesto, continuando a masticare. Anche se so che va a finire così, quando lo vedo sorvolare il mio tavolo per atterrare su quello a fianco tiro sempre un sospiro di sollievo.

lunedì 2 dicembre 2013

Il dibattito sulla colonna - Padova

Il "dibattito fra writer" su una colonna antica nel centro di Padova
Nella foto che ho scattato a un'antica colonna del centro di Padova potete seguire il profondo dibattito politico-filosofico sulla questione nord-sud tra due "writer", ovvero artisti. Perché chiunque scriva su una superficie pubblica - a prescindere dalla funzione, l'epoca e il prestigio della superficie, o anche dal valore artistico-simbolico della scritta - per definizione, decreto ministeriale, assioma o dogma è da considerare artista.
Se non capite questo non capite l'arte. E i vandali siete voi!
Non si discute, perché non c'è nulla da discutere.
Punto.