Il 2013 sfumava via indifferente e io mi ritrovavo impietrito a osservare una banda di giustizieri che linciava un tizio in pubblico, dopo averlo pescato a rubare una maglietta, o qualcosa del genere. Mentre era steso a terra, privo di sensi, forse già morto, qualcuno gli si è avvicinato e gli ha pestato il cranio sull'asfalto col tallone un altro paio di volte. Alzando bene il ginocchio e mettendoci tutta la forza che aveva. La testa traballava sul suolo in maniera peculiare, come una noce di cocco presa a colpi di machete. Sono quindi arrivati due poliziotti, gli hanno controllato il polso, non ci hanno capito un granché, lo hanno ammanettato e l'hanno portato via. Sì, proprio così, lo hanno ammanettato: in fin dei conti un ladro resta pur sempre un ladro, anche se può sembrare defunto. I giustizieri invece si sono allontanati con fierezza. Ovviamente impuniti.
Io sapevo che il ricordo delle immagini, dei colpi, delle espressioni, dei suoni mi avrebbe perseguitato per giorni. Lo sapevo, ma come al solito non c'è stato nulla da fare: non volevo guardare, eppure ho dovuto guardare. Quella di qui è una violenza che ti ipnotizza prima ancora di scioccarti. E io mi sono ritrovato come il personaggio di un cartone animato davanti al pendolo, con gli occhi che girano, a forma di spirale, a sciropparmi tutto lo spettacolo. Per quanto mi riguarda questi eccessi di violenza sono come quelli di peperoncino, dopo tanti anni di viaggi ne sono ormai sicuro: non mi ci abituerò mai. Nel frattempo mi rendo conto che l'amico I, animo gentile, l'ha presa persino peggio di me.
Auguri di buon anno a tutti voi, io vado a bermi qualcosa per lavarmi via uno sgradevole retrogusto acido che mi è rimasto in bocca.
Come dice Cormac McCarthy...non è un paese per vecchi.
PS questo potevo pubblicarlo soltanto così, senza foto, testo ruvido su sfondo monocolore. Qualsiasi altra immagine, tinta, allusione sarebbe stata insopportabile.
Buon anno... e non credere che anche da noi, se non ci fosse uno stato di diritto, la gran massa di gretti e ignoranti non farebbe la stessa cosa.
RispondiEliminaDottor Nomade: sì, non ho dubbi che in condizioni più selvagge anche da noi si libererebbero le bestie, però ne ho osservate molte di esibizioni violente da queste parti, c'è qualcosa nella assoluta mancanza di pietà, di codice, di limite, nella determinazione assassina, che le rende diverse. Non credo sia solo questione di stato di diritto...
RispondiEliminaBuon anno!
Apperò! E dove l'hai vista, questa cosa? Curiosità.
RispondiEliminaComunque secondo me in parte la mancanza di reale stato di diritto c'entra, perché queste cose le vedi pure in posti come la Bolivia o l'Africa subsahariana. Lontanissimi culturalmente, eppure simili. In Bolivia hanno addirittura i cartelli, nelle zone povere, che i ladri saranno *bruciati vivi*, fai tu!
In Asia, io ho visto una cosa simile a quella che descrivi in Nepal. Da queste parti ha spesso il sapore della repressione che si sblocca... Nel senso che stanno sempre lì a fingere che tutto vada bene, e proteggi la faccia, e questo, e quello, e poi succedono queste cose per strada. Boh. Bello di certo non è.
Rileggo il mio commento e riformulo: in alcune parti della Bolivia. Non quelle povere. Purtroppo... E' tutta povera. Diciamo nelle parti con più problemi di criminalità.
RispondiEliminaNatalia PI: è successo a Khaosan, quindi zona turistica, anche se non ci sono stati stranieri coinvolti. E' stata una cosa tra thailandesi.
RispondiEliminaCerto, la carenza di stato di diritto è una causa ovvia della giustizia sommaria. Però devi ammettere che la Thailandia non è un paese dove lo stato di diritto è inesistente. Con chi ruba, spaccia o anche infrange il codice della strada le autorità non vanno per il sottile. La polizia è dappertutto, direi che ce n'è anche troppa. Il paese, in generale, è molto sicuro. Certamente Bangkok è molto meno pericolosa di molte capitali occidentali.
Vedi anche i colpi di stato, che da qualche anno in qua, pur essendo frequenti, sono pressoché incruenti.
Secondo me questa propensione alla punizione hic et nunc di chi si è macchiato di una colpa considerata spregevole dalla maggioranza, anche utilizzando il paradigma "N contro 1", che da noi è etichettato come vigliacco, ha che fare con degli aspetti culturali più che giudirico-legali. Qualcosa del tipo..si fa così, sono d'accordo tutti, è la prassi.
Trovo interessante la tua interpretazione finale. Probabilmente è vero: questi eccessi di violenza agiscono anche da valvola di sfogo, in una società in cui appunto, nessuno tendenzialmente urla, offende, umilia, ecc.
Ne avevo già parlato qui: http://www.fabiopulito.com/2009/11/la-valvola-di-sfogo-violenza.html