La teca con le armi bianche |
Che spreco. E che perdita di tempo questi controlli. Un dentifricio sembra avere lo stesso potenziale distruttivo di una bomba a mano, mentre entrare nello spazio aereo dell'Ucraina orientale, dove infuria una battaglia civile e le batterie contraeree sono operate da semi incompetenti, è una normalissima pratica, utile in ottica di risparmio carburante. Per non parlare delle procedure utilizzate ai banchi dell'immigrazione. L'aeroporto di Kuala Lumpur è dotato delle tecnologie più avanzate: nei database delle autorità vengono persino salvate delle copie delle impronte digitali dei visitatori. Eppure tra i passeggeri del volo MH370, quello scomparso a marzo di quest'anno, c'erano due iraniani imbarcatisi utilizzando un passaporto italiano e uno austriaco, entrambi rubati in Thailandia ben più di un anno prima, regolarmente denunciati e inseriti nella lista nera internazionale dei documenti sospetti. Ci si aspetterebbe che, quando documenti simili vengono passati al vaglio, sullo schermo degli addetti cominci a brillare un'enorme luce rossa, accompagnata da una sirena spaccatimpani. Niente di tutto ciò...welcome aboard sir, enjoy your flight! Evidentemente i due iraniani poi il volo non se lo sono proprio goduti, ma questo è un altro discorso.
Osservo di nuovo il contenuto della teca, mi viene in mente una vecchia canzone di Elio e le Storie Tese, e provo a pensare a quale strofa avrebbero potuto cantare se si fossero trovati qui: ha detto mio cuggino che una volta un tizio vestito da sceicco ha costruito una catapulta a palle da golf con una sofisticata struttura di spazzolini e forchette, ne ha potenziato la gittata col gas di una bomboletta di lacca, di quella per signore mature, e l'ha quindi usata per tramortire una hostess, che ha poi tentato di scoparsi.
Mio cuggino, mio cuggino...
L'acqua, un'arma di distruzione di massa |
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