Una quindicina di anni fa, a Padova, quando dicevo di aver provato il sashimi parecchia gente cominciava a sbeffeggiarmi, mimando vomitate, attacchi di tosse e dolori di stomaco, e mi dava dell'incosciente per aver mangiato pesce crudo. Oggi gli stessi saggi si incontrano in Piazza dei Signori (ah, l'ironia del nome...) e si salutano mormorando konnichiwa e konbanwa, con le braccia aderenti ai fianchi e l'accenno di un inchino, prima di buttarsi in una conversazione stereotipata che comincia sempre con: “Guarda, ieri ho mangiato un sushi che non ti dico...”. Sono gli stessi padovani della globalizzazione de noantri, quelli in onore dei quali le osterie del centro sono state sostituite dai wine bar, i geni che hanno preferito lasciare che si chiudesse Mirco Buso per aprire una trattoria toscana DOC, fallita miseramente nel giro di qualche mese.
Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
venerdì 28 novembre 2014
Padovani, i globalizzati de noantri
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Location:
Padua, Padua, Italy
lunedì 17 novembre 2014
L'eroe che non ti aspetti, con foto - Pristina, Kosovo
Eroe nazionale |
Segue rassegna fotografica.
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Location:
Prishtina
giovedì 13 novembre 2014
La città e il suo plastico sono la stessa cosa, con foto - Skopje, Macedonia
Nel 1963 Skopje fu quasi totalmente rasa al suolo da un forte terremoto. Col tempo il centro è stato ricostruito. Dal punto di vista architettonico-urbanistico non ci sono andati molto per il sottile. Il colpo d'occhio, specialmente dall'alto, è piuttosto deprimente. Tra i palazzoni di epoca titina si annidano capannoni, fabbrichette, cantieri e autorimesse, tutta roba che starebbe meglio in periferia, o addirittura in provincia. Ultimamente, con l'intento di abbellire la città, i macedoni stanno riproducendo alcune delle strutture che occupavano gli spazi del centro secoli fa, per lo meno nella loro immaginazione.
martedì 11 novembre 2014
L'etichetta, con foto - Belgrado, Serbia
Il vecchio edificio della TV, distrutto dai bombardamenti |
La differenza tra Bosnia e Serbia è marcata. Appena passato il confine spariscono le abitazioni malmesse, diminuiscono le fattorie, le strade di raddrizzano e si intensificano le attività industriali e commerciali. Sembra la pianura padana. Magari quella dei primi anni novanta.
Location:
Belgrade, Serbia
venerdì 7 novembre 2014
Entrata in Bosnia col treno/2: la gente
Se ne fuma due al giorno... |
Continua da qui.
Anche l'atteggiamento delle persone è diverso. Negli altri paesi la gente si faceva i fatti suoi, in modo dignitoso e un po' freddino. Se venivi presentato o chiedevi un'informazione ti rispondevano cordialmente, in un inglese impeccabile. Qui cercano il contatto umano, ti fanno una domanda e, quando scoprono che non sai la loro lingua, se non parlano l'inglese si zittiscono educatamente, ma continuano a sorriderti se incrociano il tuo sguardo. Se invece conoscono almeno qualche parola si buttano nella conversazione, amichevolmente, senza imbarazzo, parlando del più e del meno.
mercoledì 5 novembre 2014
Entrata in Bosnia col treno/1: l'atmosfera, con foto
Convogli sgangherati |
Bosnia, dicevo. Finalmente si vede un po' di lerciume, sgretolamento, trasandatezza. Il disordine tipico dei posti poveri o colpiti da recenti disgrazie. Si è dissipata quell'aria da paesaggio alpino austriaco che aleggiava in Croazia e ancor più in Slovenia. Non è il sud est asiatico ma siamo sulla buona strada. Finalmente non sono io il più pezzente in circolazione.
martedì 4 novembre 2014
Molto più di tre lettere iniziali - Zagabria, Croazia
Via verso la Bosnia - stazione di Zagabria |
Il tempo stringe, la temperatura si abbassa, cresce la voglia di Balcani profondi. Bisogna fare delle scelte: lasciar perdere il resto della Croazia, bella sì, ma troppo Unioneuropeggiante, e Belgrado, dal sapor di capitale di impero smembrato. Si tira dritto verso Bosnia, Montenegro, Kosovo, Macedonia e Albania, posti con il piede ancora in aria, sollevato dalla melma della guerra fredda ma non ancora infilato nella pantofola sintetica della globalizzazione.
Dimenticare in fretta i comodi convogli stile Deutsche Bahn e i caffè viennesi. Saranno salsicce oleose, catorci cigolanti e mulattiere dissestate.
Emorroidi ed emozioni hanno in comune molto più di quelle tre semplici lettere iniziali.
Dimenticare in fretta i comodi convogli stile Deutsche Bahn e i caffè viennesi. Saranno salsicce oleose, catorci cigolanti e mulattiere dissestate.
Emorroidi ed emozioni hanno in comune molto più di quelle tre semplici lettere iniziali.
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