Incontro vegetariani, vegani e crudisti vari che ironizzano, o addirittura spargono acredine, sulle mie abitudini alimentari, piuttosto tradizionali, onnivore e quindi (anche) carnivore.
Sbalordito e un po' scosso rifletto, e penso che in effetti non hanno poi tutti i torti. Il concetto di “tradizionale” è infatti relativo. Ai tempi in cui mio nonno era un ragazzino, la gente nei paesini degli Appennini si svegliava quando fuori era ancora buio, partiva con l'asino o le pecore e andava in campagna. A metà giornata, quando la fame stritolava lo stomaco, i nostri avi tiravano fuori il pezzo di pane secco dalla saccoccia, sradicavano una carota da terra, la pulivano col coltello a serramanico e sgranocchiavano lentamente il loro pasto vegano e crudista, seduti con la schiena appoggiata al tronco di un albero bello frondoso. Per dessert masticavano una mela rinsecchita colta strada facendo. Essendo in gran parte frutta e verdura selvatica molto probabilmente si trattava pure di alimenti bio.