A me questa sterile polemica motociclistica aveva stancato più o meno mezzo minuto dopo che era stata innescata. Per giorni mi sono limitato a far finta di niente, a voltare pagina, a cambiar canale. Questo però va oltre il limite del sopportabile. Più di tre settimane dopo il "fattaccio", o come diavolo lo chiamano quelli dell'ambiente, quando nel frattempo è successo di tutto, dagli avvenimenti normali che logorano o plasmano la società a poco a poco a quelli epocali che la rivoltano come un calzino, questi due bamboccioni dispettosi continuano senza vergogna il loro bisticcio irritante. Il loro ego alimentato dalle migliaia di pecoroni che partecipano al teatrino con i post su Facebook e le chiacchiere al bar, che ci hanno spappolato le palle per settimane sostenendo le ragioni di uno (in Italia) o dell'altro (in Spagna), come se non ci fosse nient'altro di cui parlare, di cui scandalizzarsi, su cui speculare. Una massa omogenea di impiegati, disoccupati, dirigenti, giornalisti, intellettuali: un incantesimo collettivo, un lavaggio del cervello generalizzato.
Quegli "appassionati" del mondo dei motori, molti dei quali, con snobismo inferiore solo a quello dei loro colleghi del rugby, hanno spesso puntato il dito sui "tifosi" del calcio, rei di stupidità, massificazione e infantilismo, indicando lo sport su cui convogliano la loro "passione" come l'esempio di purezza, correttezza e sportività. Senza accorgersi che col loro goffo tentativo di distinguersi dal popolo bue finiscono per posizionarcisi giusto nel mezzo.
Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
mercoledì 18 novembre 2015
mercoledì 23 settembre 2015
Le scorciatoie finanziarie
Il mio pensiero va a tutti coloro i quali, negli anni, mi hanno guardato con altezzosa e divertita superiorità quando sostenevo che paesi, popoli e società progrediscono, avanzano e prosperano grazie non ai movimenti di borsa ma all'invenzione di prodotti e servizi innovativi, all'ideazione di nuovi sistemi socio-politici e paradigmi culturali, alla ricerca scientifica, alla creazione artistica. E che questo, con le dovute proporzioni, vale anche per i singoli individui, quelli che qualcuno preferisce chiamare "risparmiatori", riducendoli a pedine sullo scacchiere della finanza mondiale.
venerdì 11 settembre 2015
La ciliegina sulla cacca
La lagna brontolona sulle (cattive?) abitudini di noi italiani verte oggi su un argomento apparentemente più leggero dei precedenti, le cui implicazioni non sono però da sottovalutare.
Premetto che non vedo un gran premio nella sua interezza dal '56. Tuttavia, ogni volta che sento telecronisti o appassionati di F1 pronunciare Vettel con la F, Fettel, mi sembra di tornare ai tempi della scuola ed essere trafitto dallo stridio delle unghie di un compagno idiota che graffiano la lavagna.
E' il tipico esempio di smania per la spocchiosa puntigliosità a cui spesso gli italiani non riescono a resistere. Potrebbe essere scambiata per interesse per le lingue, per amore della precisione, per passione per la cultura generale, invece si tratta di una pulsione vanitosa e irritante che non trova alcun fondamento in una qualche competenza specifica. Infatti, dopo il cambio di consonante iniziale, il linguista da birra, divano e Sky TV non si chiede nemmeno se in tedesco la doppia t di Vettel vada pronunciata o meno. Chi se ne frega, l'importante è utilizzare la F al posto della V, come se si trattasse della parola d'ordine per essere ammessi ad un circolo di iniziati.
Premetto che non vedo un gran premio nella sua interezza dal '56. Tuttavia, ogni volta che sento telecronisti o appassionati di F1 pronunciare Vettel con la F, Fettel, mi sembra di tornare ai tempi della scuola ed essere trafitto dallo stridio delle unghie di un compagno idiota che graffiano la lavagna.
E' il tipico esempio di smania per la spocchiosa puntigliosità a cui spesso gli italiani non riescono a resistere. Potrebbe essere scambiata per interesse per le lingue, per amore della precisione, per passione per la cultura generale, invece si tratta di una pulsione vanitosa e irritante che non trova alcun fondamento in una qualche competenza specifica. Infatti, dopo il cambio di consonante iniziale, il linguista da birra, divano e Sky TV non si chiede nemmeno se in tedesco la doppia t di Vettel vada pronunciata o meno. Chi se ne frega, l'importante è utilizzare la F al posto della V, come se si trattasse della parola d'ordine per essere ammessi ad un circolo di iniziati.
martedì 8 settembre 2015
Italia vs Germania, la speciale normalità
Ed ecco che ci tocca ascoltarla di nuovo. L'incensazione lagnosa, patetica, tardiva e tendenziosa dell'esempio tedesco. Ma piantatela!
La Merkel non è un genio, il popolo tedesco non è sempre e comunque un modello inimitabile di organizzazione ed efficenza. Semplicemente da quelle parti fanno collettivamente quello che ogni individuo, anche italiano, preso singolarmente, fa nel suo piccolo ogni giorno. C'è un problema di ordine pratico: lo analizzi, lo scomponi per capirlo, lo osservi da varie angolazioni e cerchi quindi di farti venire in mente una buona soluzione. Quando credi di averla trovata, la applichi.
Noi italiani non manchiamo certo di intelligenza, creatività e astuzia. Siamo semplicemente ostacolati dal nostro atavico impulso alla caciara, alla vanità, all'orgoglio, all'immobilismo, allo scontro verbale, all'arrocco su posizioni pseudo-ideologiche totalmente fuori luogo. Dal presidente del consiglio di turno all'ubriacone d'osteria, tutti adepti e vittime del passatempo nazionale: la divisione in fazioni, il ridurre ogni questione, politica, economica o umanitaria che sia, a una sorta di Palio di Siena o di derby della Madonnina.
La Merkel non è un genio, il popolo tedesco non è sempre e comunque un modello inimitabile di organizzazione ed efficenza. Semplicemente da quelle parti fanno collettivamente quello che ogni individuo, anche italiano, preso singolarmente, fa nel suo piccolo ogni giorno. C'è un problema di ordine pratico: lo analizzi, lo scomponi per capirlo, lo osservi da varie angolazioni e cerchi quindi di farti venire in mente una buona soluzione. Quando credi di averla trovata, la applichi.
Noi italiani non manchiamo certo di intelligenza, creatività e astuzia. Siamo semplicemente ostacolati dal nostro atavico impulso alla caciara, alla vanità, all'orgoglio, all'immobilismo, allo scontro verbale, all'arrocco su posizioni pseudo-ideologiche totalmente fuori luogo. Dal presidente del consiglio di turno all'ubriacone d'osteria, tutti adepti e vittime del passatempo nazionale: la divisione in fazioni, il ridurre ogni questione, politica, economica o umanitaria che sia, a una sorta di Palio di Siena o di derby della Madonnina.
giovedì 3 settembre 2015
La fortuna di essere nati in Europa
Ho appena letto un interessante articolo sul Corriere che mi ha dato la possibilità di riflettere su tante cose osservate durante i miei viaggi in Asia. Ecco il link.
Quel che dice l'autore è tutto vero.
Quel che dice l'autore è tutto vero.
venerdì 17 luglio 2015
Uber e i tassisti
Leggendo delle recenti proteste dei tassisti contro Uber, il sistema di carpooling e noleggio auto con conducente (quindi servizio diverso da quello offerto dai taxi, anche se in pratica molto simile), degli attacchi subiti da alcuni autisti Uber, e ricordando i metodi aggressivi, fascisti e illegali con cui alcuni anni fa la categoria si oppose alle riforme varate dal parlamento votato dai cittadini italiani, riforme che furono gettate nella spazzatura dopo che il governo si tirò vilmente indietro sancendo di fatto la superiorità degli interessi di una categoria minuscola su quelli della stragrande maggioranza della popolazione, mi è venuta in mente una domanda. Eccola.
Se la protesta dei tassisti contro Uber è legittima, lo sarebbe stata anche quella, eventuale, dei vecchi laboratori fotografici contro l'avvento della fotografia digitale?
Se la protesta dei tassisti contro Uber è legittima, lo sarebbe stata anche quella, eventuale, dei vecchi laboratori fotografici contro l'avvento della fotografia digitale?
venerdì 22 maggio 2015
Gambling for a living - Chiang Mai, Thailandia
- Vivi a Chiang Mai?
- Sì. Da sei anni.
- E che ci fai?
Il francese risponde alla mia domanda, ma un gruppo di ubriaconi scoppia a ridere e non riesco a sentire bene quel che dice. Forse broker.
- Broker? In che ambito?
- No, no, non broker. Poker! Gioco a poker online.
- Poker?
- Già...
- Texas Hold' em? Quella roba là?
- Esatto!
- Ma...come passatempo o per guadagnarti da vivere?
- Ci campo. È l'unica cosa che faccio, da ormai sette anni.
- Sì. Da sei anni.
- E che ci fai?
Il francese risponde alla mia domanda, ma un gruppo di ubriaconi scoppia a ridere e non riesco a sentire bene quel che dice. Forse broker.
- Broker? In che ambito?
- No, no, non broker. Poker! Gioco a poker online.
- Poker?
- Già...
- Texas Hold' em? Quella roba là?
- Esatto!
- Ma...come passatempo o per guadagnarti da vivere?
- Ci campo. È l'unica cosa che faccio, da ormai sette anni.
venerdì 24 aprile 2015
Rilassatevi, la colpa del dramma dei migranti non è tutta vostra
Sicuramente bisogna fare qualcosa per risolvere il problema dell'immigrazione clandestina, dei barconi che affondano, dei poveracci che annegano, del traffico brutale di esseri umani. Molto probabilmente si sarebbe già dovuto prendere qualche serio provvedimento in passato. Ed è comprensibile che la dimensione della tragedia tocchi la sensibilità della gente. Chi ha un po' di cuore non può che essere colpito dalle notizie e dalle immagini diffuse di recente. Non sono quindi giuste (non sempre almeno) le accuse di buonismo a chi esprime solidarietà o anche solo dispiacere e sgomento.
L'orda di flagellanti virtuali che ha tramortito il web a colpi di commenti penitenti è però sconcertante. Va bene, è vero: tra i vari motivi che hanno portato alla situazione attuale ci sono ANCHE il colonialismo, l'imperialismo, lo schiavismo e lo sfruttamento delle risorse in Africa e nelle altre aree in via di sviluppo. Non sono però le uniche ragioni, e non è detto nemmeno che siano quelle preponderanti.
Qualcuno saprebbe dire in che condizioni sarebbe il continente africano se la storia fosse andata in modo diverso? Io no, e non sono assolutamente sicuro che la situazione sarebbe tutta rose e fiori. Di sicuro quando le potenze occidentali hanno spalleggiato dei dittatori compiacenti si sono verificate gravi violazioni dei diritti umani. Ma quando hanno dato assistenza alle forze popolari e rivoluzionarie, o anche (e specialmente) quando si sono tenute in disparte, la situazione è spesso degenerata in conflitti tribali, guerre civili, massacri, perfino genocidi. La tratta degli schiavi c'è stata, è innegabile, perché c'era chi li comprava (in Europa, in Africa e altrove), ma anche, ed è innegabile pure questo, perché in Africa c'era chi li vendeva (così come succede adesso con il contrabbando dei migranti). Da decenni le risorse del territorio vengono sfruttate e vendute al miglior offerente da spietati faccendieri del posto (sottolineato, del posto), spesso con corollari di violenza, sofferenze e stenti.
L'orda di flagellanti virtuali che ha tramortito il web a colpi di commenti penitenti è però sconcertante. Va bene, è vero: tra i vari motivi che hanno portato alla situazione attuale ci sono ANCHE il colonialismo, l'imperialismo, lo schiavismo e lo sfruttamento delle risorse in Africa e nelle altre aree in via di sviluppo. Non sono però le uniche ragioni, e non è detto nemmeno che siano quelle preponderanti.
Qualcuno saprebbe dire in che condizioni sarebbe il continente africano se la storia fosse andata in modo diverso? Io no, e non sono assolutamente sicuro che la situazione sarebbe tutta rose e fiori. Di sicuro quando le potenze occidentali hanno spalleggiato dei dittatori compiacenti si sono verificate gravi violazioni dei diritti umani. Ma quando hanno dato assistenza alle forze popolari e rivoluzionarie, o anche (e specialmente) quando si sono tenute in disparte, la situazione è spesso degenerata in conflitti tribali, guerre civili, massacri, perfino genocidi. La tratta degli schiavi c'è stata, è innegabile, perché c'era chi li comprava (in Europa, in Africa e altrove), ma anche, ed è innegabile pure questo, perché in Africa c'era chi li vendeva (così come succede adesso con il contrabbando dei migranti). Da decenni le risorse del territorio vengono sfruttate e vendute al miglior offerente da spietati faccendieri del posto (sottolineato, del posto), spesso con corollari di violenza, sofferenze e stenti.
mercoledì 22 aprile 2015
Lo scorpione umiliato - Bangkok, Thailandia
Allevato, impalato, condito e fritto vivo,
venduto per pochi spicci ad un turista sbronzo,
assaggiato, masticato, disprezzato, sputato,
scaraventato al suolo, accanto a un mozzicone.
Cristo Santo, guardatemi! Ditemi che vedete,
un terribile scorpione o un gamberetto nero?
venduto per pochi spicci ad un turista sbronzo,
assaggiato, masticato, disprezzato, sputato,
scaraventato al suolo, accanto a un mozzicone.
Cristo Santo, guardatemi! Ditemi che vedete,
un terribile scorpione o un gamberetto nero?
lunedì 20 aprile 2015
Jazz, monumenti e dittatura - Bangkok, Thailandia
Il Monumento alla Democrazia, pulito, decorato e illuminato con cura. |
venerdì 17 aprile 2015
Il gelato abbandonato - Kuala Lumpur, Malesia
Ordinato, pagato, afferrato, scivolato,
lasciato a squagliarsi sull'asfalto tropicale,
mai sfiorato da un labbro o leccato da una lingua,
abbandonato senza nemmeno un momento di passione.
Questa vita così arida, senza sentimenti,
che finisca in fretta, adesso, qui:
col pneumatico di una moto che mi sfracella il cono!
lasciato a squagliarsi sull'asfalto tropicale,
mai sfiorato da un labbro o leccato da una lingua,
abbandonato senza nemmeno un momento di passione.
Questa vita così arida, senza sentimenti,
che finisca in fretta, adesso, qui:
col pneumatico di una moto che mi sfracella il cono!
giovedì 16 aprile 2015
La verdura che vola - Pattaya, Thailandia
Al ristorante "La verdura volante", a Pattaya, ogni giorno broccoli, carote, cetrioli e pomodori vengono lanciati dai cuochi dalla porta della cucina. Attraversano volando l'ambiente ben illuminato della sala da pranzo e atterrano su un punto a caso del tuo tavolo, direttamente nella tua bocca se sei fortunato. Salse e sughetti si spiaccicano sulla stoffa dei tuoi vestiti, e vanno consumati leccandoli direttamente da lì. Un'esperienza esotica autentica, assolutamente da non perdere.
venerdì 6 febbraio 2015
Sul caso "Oliviero Toscani contro il popolo veneto".
Questo è l'ennesimo esempio di un errore che si tende a commettere spesso: dare troppa importanza all'opinione di un personaggio che ha ottenuto la fama grazie al talento in una disciplina specifica (che non coincide necessariamente con quella dell'opinionista). L'errore, ovviamente, è imputabile anche al personaggio in questione, che si fida troppo della propria opinione.
In genere si tende ad ingigantire il peso delle parole dei personaggi famosi. Famosi per eccellere in un campo preciso. Diamo gran risonanza a quel che dichiara una stella del rock, uno scultore, un romanziere, uno scienziato. Persino al pensiero di un calciatore.
Cerchiamo di utilizzare il buon senso e la statistica.
In genere si tende ad ingigantire il peso delle parole dei personaggi famosi. Famosi per eccellere in un campo preciso. Diamo gran risonanza a quel che dichiara una stella del rock, uno scultore, un romanziere, uno scienziato. Persino al pensiero di un calciatore.
Cerchiamo di utilizzare il buon senso e la statistica.
martedì 13 gennaio 2015
Je suis qua, je suis là: una colossale esibizione di vacuità e narcisismo
Ci ho provato seriamente per qualche giorno. A capire quale fosse la strategia, l'idea di fondo, il messaggio forte dietro alle manifestazioni dei giorni scorsi. Deluso ma non sorpreso mi sono accorto di aver trovato il vuoto.
Milioni di individui, aizzati dai media, da qualche politico e dalla loro stessa vanità, hanno fatto finta di farsi coraggio e hanno marciato lungo le vie di una città blindata, protetti da migliaia di poliziotti, militari e agenti segreti, da elicotteri, batterie contraeree e persino cecchini, tutti assieme, bianchi, neri, musulmani e cristiani, tenendo i piedi in dieci staffe, per ribadire, tra la retorica e l'ipocrisia di qualche slogan ad effetto, la loro ferma volontà di opporsi al terrorismo e agli attacchi alla libertà di stampa, rivolgendosi non si sa bene a chi e senza spiegare come, per poi tornare a farsi i cazzi loro come hanno sempre fatto, anche dopo gli attacchi alle torri di New York, alla metro di Madrid e a quella di Londra. Incolonnati dietro a una manciata di capi di governo che, cadendo dalle nuvole per questi attentati a sorpresa, dichiaravano di essere pronti a prendere questo o quel provvedimento, per poi tornarsene, assieme a chi li seguiva nella processione, a farsi i cazzi loro, come hanno sempre fatto.
Una colossale esibizione di vacua mediocrità e squallido narcisismo, utilizzata da molti per apparire in TV con il cartello più sagace, farsi un paio di selfie, dire c'ero anch'io e sentirsi in pace con se stessi per essere riusciti ancora una volta a non uscire dal gregge.
Milioni di individui, aizzati dai media, da qualche politico e dalla loro stessa vanità, hanno fatto finta di farsi coraggio e hanno marciato lungo le vie di una città blindata, protetti da migliaia di poliziotti, militari e agenti segreti, da elicotteri, batterie contraeree e persino cecchini, tutti assieme, bianchi, neri, musulmani e cristiani, tenendo i piedi in dieci staffe, per ribadire, tra la retorica e l'ipocrisia di qualche slogan ad effetto, la loro ferma volontà di opporsi al terrorismo e agli attacchi alla libertà di stampa, rivolgendosi non si sa bene a chi e senza spiegare come, per poi tornare a farsi i cazzi loro come hanno sempre fatto, anche dopo gli attacchi alle torri di New York, alla metro di Madrid e a quella di Londra. Incolonnati dietro a una manciata di capi di governo che, cadendo dalle nuvole per questi attentati a sorpresa, dichiaravano di essere pronti a prendere questo o quel provvedimento, per poi tornarsene, assieme a chi li seguiva nella processione, a farsi i cazzi loro, come hanno sempre fatto.
Una colossale esibizione di vacua mediocrità e squallido narcisismo, utilizzata da molti per apparire in TV con il cartello più sagace, farsi un paio di selfie, dire c'ero anch'io e sentirsi in pace con se stessi per essere riusciti ancora una volta a non uscire dal gregge.