Il video del pestaggio
La stampa italiana pubblica il video di un pestaggio avvenuto nelle strade di Hua Hin, una nota località di villeggiatura thailandese, e finalmente i lettori realizzano che la Thailandia, oltre ad essere una fantastica destinazione esotica caratterizzata da "spiagge paradisiache, sorrisi contagiosi e cibo ottimo anche se speziato", è pure questo: violenza brutale, diffusa e alle volte gratuita.
Spesso su questo blog ho pubblicato le mie impressioni su qualche rissa a cui mi è capitato di assistere a Bangkok e dintorni. Chi non le avesse lette può dare un'occhiata ai post contrassegnati col tag "violenza". La scena ripresa dalla telecamera di sorveglianza nel centro di Hua Hin non mi ha quindi stupito particolarmente. La reazione spropositata a un'offesa apparentemente futile, i pugni tirati con freddezza quasi professionale, i colpi sferrati su bersagli indifesi e per giunta stesi a terra, l'indifferenza davanti ai corpi immobili sono atteggiamenti agghiaccianti a cui ho assistito numerose volte. Per fortuna rispetto a ciò che mi è capitato di vedere in passato in questo caso mancavano i dettagli splatter delle chiazze di sangue e quelli noir delle armi improvvisate. Magra consolazione.
Anche i tre turisti malmenati tuttavia hanno commesso degli errori; non è che per questo si siano meritati calci e cazzotti, sia chiaro, di sicuro però non hanno fatto molto per evitarli. Osservando le immagini con attenzione si nota che il tafferuglio comincia quando il più giovane degli stranieri si trova uno dei thailandesi davanti e lo spinge via come se fosse un groviglio di ramaglie. Lo stesso thailandese viene in seguito rimproverato e persino schiaffeggiato davanti a tutti dalla signora, come se fosse un monello coi moccoli. Inoltre, pur non avendo a disposizione l'audio e non sapendo quindi cosa i litiganti si siano detti, c'è il sospetto che sia volata qualche parola grossa e che i toni siano stati piuttosto concitati. Dalle nostre parti tutto ciò non giustifica una reazione violenta: alle parole grosse si risponde con altre parole, ad una spintarella si ribatte al massimo con un buffetto e su una signora, specialmente se matura, non si alzano mai le mani. Dalle nostre parti, dicevo. Non sempre però, come siamo abituati a credere, tutto il mondo è paese. Forse lo è quello occidentale e magari lo sono anche quello asiatico e quello africano, al loro interno; se confrontati tra loro si stratta invece di tre mondi diversi.
In Thailandia risolvere un contenzioso per mezzo di una discussione appassionata non è sempre una buona idea, per contro in certi casi ricorrere alle mani sembra essere l'unica soluzione percorribile; picchiare una donna non è necessariamente un tabù e accanirsi su un individuo in dieci contro uno può essere considerato un atto di solidarietà. Quello che a noi scandalizza ai thailandesi può sembrare sensato, e viceversa. Un thailandese tende a diventare aggressivo quando gli sembra di aver perso la faccia in pubblico, quando si sente umiliato, trattato con condiscendenza, oggetto di urla, ironia o sarcasmo. Proprio quello che potrebbe essere successo durante il Songkran a Hua Hin. Inoltre, sfortunatamente per i poveri turisti inglesi, durante le celebrazioni del capodanno thailandese la gente si ubriaca e l'alcol, si sa, non contribuisce certo a calmare gli animi.
Probabilmente quei turisti erano arrivati in Thailandia da poco e non erano abbastanza informati sulle usanze locali, purtroppo però ignorare i tratti culturali, i comportamenti da evitare e le insidie dei paesi che si visitano non è una scusante, bensì un errore. Madornale, aggiungerei. E' uno dei motivi per cui spesso documento le scene raggelanti a cui mi capita di assistere: non si sa mai, magari oltre a terrorizzare i turisti riesco ad aiutarne qualcuno a tenersi lontano dai guai.
2 commenti:
Al solito, un bell'articolo scevro di retorica, piacevole e anche (non esagero) illuminante
Grazie Viri, sempre troppo gentile.
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