Da Il Mattino di Padova |
La loro presunzione di superiorità è chiara: utilizzo la bicicletta e non un mezzo motorizzato, questo fa di me un ecologista e un progressista, di conseguenza si può concludere che ho un grande senso civico.
Obiezione: ma allora perché invadi le zone pedonali, le piazze, i marciapiedi, le zone coperte da portici, insomma tutti quegli spazi atti a garantire la sicurezza e la comodità di chi va a piedi, in particolare di anziani, bambini, persone con difficoltà di deambulazione o genitori con passeggini?
Risposta: beh, ovvio, perché da un lato automobilisti e motociclisti utilizzano con prepotenza le carreggiate, dall'altro le autorità non forniscono né una legislazione né delle strutture che agevolino il traffico su due ruote.
Una replica ipocrita e meschina, strumento di una tattica moralmente discutibile: occultare le proprie colpe puntando il dito su quelle degli altri, giustificare le prime utilizzando come scusa le seconde. Una ciliegina poggiata sulla grande torta all'inciviltà, specialità nazionale come il tiramisù o il panettone. La logica cinica è la seguente: chi è più forte di me calpesta i miei diritti, io quindi mi rifaccio sul più debole di tutti, calpestando i suoi.
Eh no, signore e signori ciclisti: voi non siete i ghandiani della viabilità ciclabile. Il mahatma con le sue battaglie colpiva solo l'oppressore, avrebbe perso la guerra pur di non penalizzare i deboli e gli indifesi. Quella che portate avanti non è disobbedienza civile: la vostra condotta è indice di spregio per le regole, maleducazione civica, arroganza e prepotenza.
Le nuove multe e la tolleranza zero ve le meritate tutte. L'educazione civica voi non avete il diritto di insegnarcela. Semmai la dovreste apprendere, come i politici che disprezzate. E se vi serve un consiglio su una buona scuola di viabilità potete andare a farvi un giro in Olanda o Danimarca.
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