Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
E' curioso come chi sostiene di sapere perfettamente cosa sia meglio per la nostra costituzione, per l'Italia, per l'Europa e ora anche per la presidenza degli Stati Uniti d'America, spesso poi non sia in grado di risolvere il più piccolo dei suoi problemi esistenziali e non riesca a migliorare di una tacca la sua vita o le sue relazioni con chi lo circonda. Si tratterà di altruismo responsabile seppur masochistico, di genialità selettiva oppure di semplice qualunquismo?
Ho trovato degli ottimi spunti per l'analisi della società italiana studiando il comportamento e gli argomenti di alcuni individui che utilizzano la bicicletta per spostarsi in città. La loro presunzione di superiorità è chiara: utilizzo la bicicletta e non un mezzo motorizzato, questo fa di me un ecologista e un progressista, di conseguenza si può concludere che ho un grande senso civico. Obiezione: ma allora perché invadi le zone pedonali, le piazze, i marciapiedi, le zone coperte da portici, insomma tutti quegli spazi atti a garantire la sicurezza e la comodità di chi va a piedi, in particolare di anziani, bambini, persone con difficoltà di deambulazione o genitori con passeggini?
Questo folle richiamo ad un'anacronistica polemica pseudo politica da guerra fredda sta dipinto sulla facciata del Liviano, una delle sedi più importanti dell'università di Padova, nelle cui aule si insegnano lettere antiche e moderne, filosofia e, soprattutto, storia! Ma questi aspiranti intellettuali lo sanno cosa sono state le foibe? Qualcuno gli ha spiegato che non furono l'equivalente titino di Norimberga o Loreto? Che fu pulizia etnica prima ancora che rappresaglia politica?
Tra i vari barboni che affollano i marciapiedi di Bangkok ce n'è uno che incrocio spesso. Passa la sua giornata in una specie di galleria, un vicoletto coperto da lamieracce che collega due strade, utilizzato, a seconda delle necessità, come mercato, scorciatoia o bivacco appunto. E' un tipo dall'aria simpatica, bassino, cicciottello, con l'occhio vispo e una barbetta nera. La notte dorme sulle panchine di un centro di massaggi. Di giorno e di sera sta inveceseduto nella posizione del loto, con la schiena rivolta verso una parete che separa due negozi. Quando qualcuno gli passa davanti lui chiude gli occhi e con dei movimenti scattanti abbassa la testa e unisce le mani in preghiera, invitando la buon'anima a depositare qualche moneta nel bicchiere di plastica che sta sempre davanti a lui. L'altro giorno, passando di lì, l'ho visto seduto nella sua usuale posizione meditativa, rivolto però non verso il centro del vicolo bensì a fissare la parete, schiena ai passanti. Tra le mani reggeva una torta alla crema, di quelle economiche, industriali, chimico-radioattive che vendono nei 7-eleven. Sono pronto a scommettere che gliel'aveva appena regalata qualcuno, come il mezzo phat thai che il mio amico coreano - non essendo riuscito a terminarlo a causa del troppo peperoncino - gli aveva donato il giorno prima.
Siete stati in Thailandia almeno una volta nella vita? Ci siete andati prima del 2016? Siete usciti la sera, dopo una giornata a scarpinare sotto il sole tra templi e bancarelle? Vi siete seduti al baretto improvvisato, con i tavolini sul ciglio della strada e le seggiole sistemate sopra i tombini, tra liquame e spazzatura? Avete ordinato una birra Chang, bottiglia grande?
Sono al 7-Eleven, al frigorifero delle birre. Ci sono due ragazzi davanti a me: parlano spagnolo, dall'accento direi che sono argentini, o uruguaiani, più probabilmente argentini. Uno dei due sta accucciato e tasta varie bottiglie di birra, mentre l'altro gli tiene la porta aperta. - Cazzo, sono tutte calde! Si lamenta quello accucciato. - Devi cercare tra quelle nel fondo! Gli suggerisce l'amico.
La stampa italiana pubblica il video di un pestaggio avvenuto nelle strade di Hua Hin, una nota località di villeggiatura thailandese, e finalmente i lettorirealizzano che la Thailandia, oltre ad essere una fantastica destinazione esotica caratterizzata da "spiagge paradisiache, sorrisi contagiosi e cibo ottimo anche se speziato", è pure questo: violenza brutale, diffusa e alle volte gratuita.
Spesso su questo blog ho pubblicato le mie impressioni su qualche rissa a cui mi è capitato di assistere a Bangkok e dintorni. Chi non le avesse lette può dare un'occhiata ai post contrassegnati col tag "violenza". La scena ripresa dalla telecamera di sorveglianza nel centro di Hua Hin non mi ha quindi stupito particolarmente. La reazione spropositata a un'offesa apparentemente futile, i pugni tirati con freddezza quasi professionale, i colpi sferrati su bersagli indifesi e per giunta stesi a terra, l'indifferenza davanti ai corpi immobili sono atteggiamenti agghiaccianti a cui ho assistito numerose volte. Per fortuna rispetto a ciò che mi è capitato di vedere in passato in questo caso mancavano i dettagli splatter delle chiazze di sangue e quelli noir delle armi improvvisate. Magra consolazione.