Saphan Rama VIII |
Attraverso la strada per imboccare l'entrata del parchetto che dà sul fiume Chao Phraya, da dove voglio scattare una foto al ponte Rama VIII, illuminato di giallo dopo il tramonto. E' uno dei simboli dei miei decenni di viaggi in oriente, e sono due anni che non lo vedo.
All'improvviso sento un botto. Mi volto e noto uno scooter adagiato a terra, un signore che cerca di sollevarlo e lì a fianco un pick-up con un paio di ragazzotti a bordo e il solito cargo di gente nel cassone posteriore. Attendono con calma che il signore alzi il motorino e sgomberi la carreggiata. Il signore maneggia con altrettanta calma lo scooter. Finalmente riesce a sollevarlo, ci sale sopra e lo riaccende. Gli operai del pick-up lo osservano senza commentare, nemmeno con qualche espressione facciale.
Il signore del motorino ha controllato che il mezzo funzioni regolarmente, si volta verso il pick-up, alza la mano in segno di scuse e di saluto, accelera e se ne va. I ragazzi del pick-up rispondono al saluto e quando la via è libera ripartono.
Se non si fosse capito il signore del motorino partiva dal ciglio della strada, non ha fatto attenzione al traffico, ha tagliato la strada al pick-up. Il ragazzotto alla guida ha frenato ma non è riuscito ad evitare l'impatto con lo scooter. Il resto lo sapete già.
Lascio a voi il confronto con cosa sarebbe successo da noi.
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