mercoledì 14 agosto 2024

Ode alla birra piccola


Chi, come me, al bar ordina birre piccole viene spesso guardato con sospetto se non addirittura ridicolizzato da chi consuma invece birre medie. Io resto sempre un po' perplesso: non capisco se costoro hanno problemi con l'aritmetica delle scuole elementari o se sia una questione dogmatica relativa ad una qualche religione che non conosco.
Alla fine della serata, infatti, loro avranno bevuto N birre medie e io avrò bevuto N x 2 birre piccole, quindi la stessa quantità di liquido e di alcol. Forse avrò speso un po' di più, ma non necessariamente. E comunque non sembrano farne una questione di risparmio, bensì di virtù o addirittura virilità (si tratta infatti quasi sempre di uomini, raramente di donne).

A tal proposito volevo ricordare ai presuntuosi sapientoni che:
- il volume delle due birre piccole che bevo io equivale a quello della vostra birra media, quindi la vostra scelta non implica che siate bevitori più forti e non vi rende più erculei: stiamo parlando della dimensione di un bicchiere, non di quella del vostro organo sessuale;
- mentre io mi gusto la seconda piccola, appena spinata, fragrante, frizzante e fresca, voi vi state sorbendo il culo (eh già, proprio il culo) della vostra media, slavato, svampito, intiepidito e diluito con la saliva vostra e degli avventori con cui state chiacchierando (compreso me), che ci sputazzano dentro;

lunedì 12 agosto 2024

L'oscenità invisibile


Puntellato col coccige sul muro di cinta,

di un'antica villa del centro città,

tra signore in tailleur, auto di lusso e levrieri,

come se nulla fosse fissa un'altra realtà.

I pantaloni sdruciti, fermati sopra il ginocchio,

come un cane inarcato, le ginocchia piegate,

lo percorre un fremito, qualcosa precipita

su un cumulo bruno tra le scarpe sfondate.

mercoledì 7 agosto 2024

martedì 6 agosto 2024

L'aveva già scritto Nietzsche più di un secolo fa.


Ciò che i lettori dei militari-antropologi o di altri autori simili amano oggi sentirsi raccontare lo aveva già scritto Nietzsche nel XIX secolo. L'aveva fatto ovviamente meglio, in maniera più informata, organica e completa, in grande anticipo e con più onestà intellettuale. Inoltre, al di là di ogni sospetto, lo scrisse senza riscuotere grosso successo presso i suoi contemporanei (spesso succede a chi su certe tematiche arriva decenni prima degli altri), senza puntare ad un seggio in parlamento, mentre era gravemente malato e buttando nella differenziata della decadenza anche le responsabilità delle religioni dominanti e i particolarismi nazionali, che invece i nostri contemporanei hanno riciclato per puntellare le loro strutture scricchiolanti.

lunedì 5 agosto 2024

L'altra rivoluzione di Novak Djokovic, quella alimentare.


Abbondano le lodi a favore dell'ormai leggendario campione di tennis Novak Djokovic, sia per le numerose vittorie, sia per il coraggioso atto di rivolta portato avanti alcuni anni or sono, nell'arco di qualche settimana, contro l'imposizione del momento. Si può essere d'accordo o no sulle ragioni della sua condotta, ma che il tizio abbia le palle credo non lo possa negare nessuno. Non è questo comunque ciò di cui voglio parlare.

Si sorvola invece - inconsapevolmente, o più colpevolmente sapendo - sulla rivoluzione attuata per lunghi anni, non semplici settimane, da questo incredibile personaggio contro la strumentale e falsificante (nonché falsificata e quindi falsa) "tradizione" alimentare in vigore da decenni. Da quando cioè si è dato il via (negli USA, sì, proprio lì) alla distopica pratica dell'allevamento degli animali secondo i più gretti dettami della rivoluzione industriale, equiparandoli a prodotti artificiali da progettare, ingegnerizzare, contraffare, adulterare, assemblare, distribuire e consumare (consumare nel senso del consumismo, più che della nutrizione).