martedì 4 marzo 2025

Ricette per la serenità, capitolo 1: l'ambito di controllo diretto.

La ricetta per la serenità è facile, e ha radici antiche. Il concetto è semplice. La logica inattaccabile, in quanto banale. Eppure la applicano in pochi. Gli altri, quasi tutti quindi, passano le giornate al lavoro, al ristorante, al bar, in piazza o a casa, ad azzuffarsi su argomenti di cui in realtà non sanno nulla e che non sono direttamente collegati alle loro vite. E lo fanno con la foga di chi sta difendendo ciò che più gli è caro.
Cerchiamo di spiegarci meglio.
Ti imbatti in una teoria, un’ipotesi, un sospetto di carattere globale. Diciamo in ambito geopolitico, finanziario, sociale. Okay, può essere che tale teoria sia azzeccata. O magari no. Riesci a confermarla o a smentirla senza uscire dal tuo ambito di controllo diretto? Se la risposta sì, allora confermala o smentiscila. Se invece è no, mi spiace, ma insistendo nel sostenerla stai sprecando tempo ed energia, inoltre ti stai probabilmente coprendo di ridicolo.
Facciamo un esempio. Qualcuno sostiene che nella città in cui ti trovi non esista via Roma. Che è tutta una montatura. Una storia creata ad arte per illudere la gente. Tu quindi fai la cosa più sensata: cerchi via Roma su una mappa, la trovi, ti ci rechi e ne confermi l’esistenza, smentendo così la teoria. E lo fai restando all’interno del tuo ambito di controllo diretto. Non hai dovuto cercare dichiarazioni altrui, articoli di giornale, programmi televisivi o video in YouTube. L’hai fatto da solo e sei certo della validità della tua conclusione.
Cambiamo scenario. Qualcuno sostiene che ci sono dei poteri forti che hanno ideato una strategia finanziaria per arricchirsi ed esercitare un ferreo controllo sulle masse al tempo stesso. Tu ti preoccupi, non ti va di essere controllato a vantaggio di qualche milionario che con ingordigia vuole aumentare il suo patrimonio e la sua influenza sociale a tue spese. Di solito ti fermi qui, e ti fai guidare dal tuo intuito, che poi altro non è che una tendenza a simpatizzare o meno con certe fazioni socio-politiche. Ma non va bene, non è quello che hai fatto nel caso di via Roma. Non puoi prendere una decisione che potrebbe comportare un enorme dispendio di tempo, energia e reputazione senza aver verificato il tuo sospetto. Devi confermarlo o smentirlo. Tiri quindi fuori il telefono ed esegui una ricerca sull’argomento. Trovi varie fonti, alcune confermano, altre smentiscono. Di nuovo, potresti andare a simpatia, ma avresti solo spostato il problema di un livello. Non stai operando all’interno del tuo ambito di controllo diretto. Non conosci chi ha curato quelle fonti, e anche se credi di conoscerlo non sai nulla delle sue intenzioni, delle sue debolezze, del suo reale grado di indipendenza, dei suoi interessi personali. Devi operare in autonomia, come hai fatto prima. Bisognerebbe sapere dove si riuniscono questi grandi vecchi per tramare alle tue spalle. Tuttavia non è semplice come trovare via Roma su una mappa. Provi vari metodi, ma alla fine ti rendi conto che sbatti sempre contro il muro delle notizie messe in giro da qualcun altro. Non c’è modo di confermare o smentire rimanendo all’interno del tuo ambito di controllo diretto.
E quindi?
E quindi devi fare un po’ come insegnava Gautama Buddha due millenni e mezzo fa. Quel genio ci spiegò per filo e per segno come affrontare alcune delle più infide debolezze della nostra psiche. Lo fece prima che arrivassero greci, romani e arabi, prima del rinascimento, prima della rivoluzione scientifica, più di duemila anni prima della nascita della psichiatria moderna. Che cosa diceva, quindi? Il suo insegnamento è un po’ lungo da spiegare, ma con il dovuto rispetto possiamo riassumerlo così: molla la presa! Lascia stare! Insistere è inutile! Anzi, è persino dannoso!
In maniera leggermente più formale possiamo delineare delle linee guida in tre punti:
- Devi accettare l’impossibilità di arrivare ad una conclusione certa sull’argomento (non riesci né a confermare né a smentire la teoria restando all’interno del tuo ambito di controllo diretto).
- Devi accettare quindi la futilità della ricerca di una conclusione certa sull’argomento (stai sprecando risorse preziose).
- E ovviamente devi accettare l’assurdità di ogni presunta conclusione certa sull’argomento (perché nessuno riesce a confermarla o smentirla restando all’interno del proprio ambito di controllo diretto).

Tale approccio può sembrare insoddisfacente, codardo e menefreghista. Invece è l’unico sensato. Cosa penseresti se vedessi qualcuno che cerca di svuotare il mare con un secchiello? Ti sentiresti forse deluso, vigliacco o cinico per non provare ad imitarlo?
Ecco, anche se le due situazioni ti sembrano totalmente diverse (e ovviamente per molti aspetti lo sono), per quanto concerne l’utilità, la sensatezza e le conseguenze sono a tutti gli effetti equivalenti.

Quindi, ogni volta che cerchi di difendere una posizione riguardo la quale non puoi arrivare né ad una conferma né ad una smentita restando all’interno del tuo ambito di controllo diretto, immagina un tizio che cerca di svuotare il mare con un secchiello. Ecco, quel tizio sei tu.
E se per caso non credessi a me, segui almeno il consiglio di Gautama Buddha: lascia stare.

English version: http://www.english.fabiopulito.com/2025/03/recipes-for-serenity-chapter-1-sphere.html


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